È morto Scalfari, viva Scalfari!

“È morto il Re, viva il Re!” Si diceva tanto tempo fa per dire che nulla sarebbe cambiato nelle Istituzioni. Allo stesso modo anche oggi si sprecano le lodi al quasi centenario giornalista defunto e in molti esclamano: “è morto Scalfari, viva Scalfari!”. Cioè si assicura il mondo dei potenti che si continuerà nel suo solco. Adesso come allora però tra i mille ricordi, e ben sottovoce, qualcuno mormora che poteva fare meglio.

Abbiamo infatti constatato e dobbiamo riferire che in molti tirano un sospiro di sollievo e covano una speranza: l’era del fondatore di Repubblica, dicono, è stata una era di disinformazione “di sistema” nel senso che l’intero sistema di potere è ormai fondato sulla disinformazione e sul relativo fango mirato, ed è “di sistema” anche nell’altro senso: se vuoi fare il giornalista devi essere di parte. Quindi al di là delle questioni di merito -che non condividiamo appieno- la sua dipartita apre ad una questione non da poco: chi lo sostituirà? e per fare cosa? Non è fatto da poco perché tutte le testate scritte o parlate o filmate sono tutte allo stesso modo: sono di parte. Non solo: molte sono le anime che ambiscono a riempire quel ruolo che era del trapassato e quindi dovrà pur accadere qualcosa. Peraltro l’equilibrio di cui lo Scalfari era un pilastro non serviva ai partiti nostrani ma anche e maggiormente a color che li condizionano dall’Italia e dall’estero. Fenomeno che non è solo italiano e quindi non è solo dipeso dall’opera del defunto ma è questione mondiale.

Peraltro la grande platea dei cittadini ha compreso come stanno le cose e prende le distanze dalla “informazione” ufficiale informandosi da milioni di altre testate di ogni genere che sono un pericolo enorme per i Poteri Forti, sempre meno forti e sempre più dipendenti dalla disinformazione per perpetuarsi..un pasticcio infinito e crescente.

Quello che accadrà e come sarà riempito il vuoto lasciato dalla sua dipartita non lo sa nessuno ma a tutti quelli che sperano di essersi lasciati alle spalle il peggio diciamo che non è il caso di gioire: “è morto un Re, viva il Re”; cioè è già pronto uno nuovo a prendere il suo posto garantendo a chi di dovere che tutto rimarrà come prima e meglio di prima!

Canio Trione