La filiera della zoocriminalità

Nella nuova edizione del Rapporto Zoomafia sono riportate le varie forme di maltrattamento organizzato di animali. Il mondo dell’ippica ha un capitolo apposito. Cavalli, corse, scommesse e delinquenti: la presenza della criminalità nel mondo di cavalli, corse e ippodromi è sempre stata forte. Le corse clandestine di cavalli rappresentano il fenomeno più preoccupante tra i crimini zoomafiosi e confermano la loro pericolosità. Occorrono provvedimenti efficaci e incisivi, e i numeri relativi alle corse clandestine e alle illegalità nell’ippica sono chiari: nel 2021 sono stati registrati 17 interventi delle forze dell’ordine, 12 corse clandestine denunciate, 130 persone denunciate, 32 cavalli sequestrati. In 24 anni, da quando abbiamo iniziato a raccogliere i dati per il Rapporto Zoomafia, ovvero dal 1998 al 2021 compreso, sono state denunciate 4169 persone, sequestrati 1384 cavalli e bloccate o denunciate 149 corse e gare clandestine.

Non solo l’ippica clandestina, ma anche quella ufficiale è minacciata dalle infiltrazioni criminali attraverso il controllo delle scommesse clandestine, delle gare truccate, del doping, dei furti di cavalli e delle intimidazioni.

Secondo i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, nel 2021, 60 cavalli che hanno partecipato a gare ufficiali sono risultati positivi a qualche sostanza vietata. Si tratta di gare svolte negli ippodromi di tutta Italia. Una vera e propria geografia del doping. Queste, invece, alcune delle sostanze trovare nei cavalli da corsa nel 2021: Acido Tranexamico, Atropina, Benzoilecgonina (metabolita della cocaina), Betametasone, Butilglucuronide, Caffeina,  Capsaicina, Carbazocromo, 7-Idrossiclorpromazina, Desametasone, Desciclopropilmetilfirocoxib, Diclofenac, Dimetilsulfossido, Diossido di Carbonio (TCO2), Fenilbutazone, Firocoxib, Flunixin, Idrossietilpromazina-Sulfossido (metabolita Acepromazina), Ketamina, Ketoprofene, Mepivacaina, Metilprednisolone, Nandrolone Estranediolo, O-Desmetil-Venlafaxina, Ossifenilbutazone, Pramiracetam, Prednisolone, Salbutamolo, Sotololo, Teobromina, Teofillina, Testosterone, Testosterone Proprionato, Triamcinolone Acetonide, Xilazina.

Anche cani e canili entrano nella mappatura dei crimini contro gli animali. Secondo i dati del Rapporto Zoomafia 2022, nel 2021, stime per difetto, sono stati sequestrati 11 tra canili e rifugi che complessivamente contenevano oltre 1200 cani; 8 le persone denunciate a vario titolo. Dal 2004 al 2021 compreso sono stati almeno 79 i canili sequestrati, con 9213 cani e 200 gatti, e 100 le persone denunciate.

Nei Paesi dell’Unione Europea vengono “movimentati” circa 46 mila cani e solo nella metà dei casi è possibile la tracciabilità, cioè ricostruire il percorso che li ha portati dalla nascita al destinatario: il resto diventa profitto per il mercato clandestino. Cani e gatti rappresentano un grosso giro d’affari che, come tale, attira anche gli appetiti di malavitosi e truffatori. La moda del cucciolo di razza alimenta un traffico milionario e, in questo quadro, la tratta dei cuccioli dai Paesi dell’Est si conferma uno dei business più redditizi che coinvolge migliaia di animali ogni anno e che vede attive vere e proprie organizzazioni transazionali. Solo nel 2021 sono stati sequestrati almeno 450 cani; 17, invece, le persone denunciate. Dal 2010, anno in cui è entrata in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli, fino al 2021 compreso, sono stati sequestrati 7015 cani e 92 gatti (dal valore complessivo di circa 5.612.000 euro). 400, invece, le persone denunciate. Ovviamente sono stime per difetto. L’analisi della nazionalità delle persone denunciate conferma la transnazionalità di questo tipo di reato: russi, ungheresi, bulgari, serbi, moldavi, ucraini, slovacchi, rumeni, polacchi e, ovviamente, italiani.

I traffici internazionali di fauna e il bracconaggio

Il commercio di animali trova come via privilegiata di diffusione la Rete. Ai siti commerciali destinati appositamente alla vendita di animali si aggiungono siti di commercio e scambi tra privati, piattaforme di annunci, pagine Social a ciò destinate. Si tratta di un ginepraio, articolato e complesso, di difficile controllo e monitoraggio. Un mondo parallelo, a sé, che appare svincolato dalle regole vigenti in materia di commercio di animali e che presenta molti punti di fragilità e di rischio illegalità. Negli ultimi anni, i traffici a danno di animali, appartenenti a specie sia protette che non, sono aumentati notevolmente, come dimostrano indagini e inchieste realizzate nel nostro Paese e altrove. Una recente inchiesta della LAV ha dimostrato che solo il 38% degli annunci Internet relativi ad animali in CITES o protetti faceva riferimento all’esistenza di documentazione comprovante la regolarità del possesso, della vendita, o dell’allevamento, mentre per il restante 62%, non vi era nessun cenno alla documentazione. Ovviamente il non menzionare l’esistenza della documentazione autorizzativa non indica di per sé l’illegalità del possesso e della vendita, perché non è un requisito richiesto per la pubblicazione degli annunci; d’altro canto, ciò allo stesso tempo non ne attesta la regolarità e la legalità, e questo, per specie protette o particolarmente protette, rappresenta un grosso problema per la trasparenza dell’operazione. Chi verifica che la specie protetta posta in vendita sia di provenienza lecita? Come si fa ad accertare che non sia stata oggetto di cattura illegale o di traffico criminale?

Parlare di fauna selvatica e di animali esotici significa anche parlare di criminalità e non solo perché i traffici connessi sono crimini, ma anche perché molte sono le connessioni con altre forme di criminalità e con il traffico di armi rubate. Anche le forme di violenza, di resistenza, di opposizione ai controlli e l’uso di atteggiamenti e condotte aggressive non sono rari; insomma, il bracconaggio continua a manifestare la sua pericolosità. Note le infiltrazioni, soprattutto a Sud, di personaggi malavitosi nella cattura e vendita di cardellini e altri piccoli uccelli.

Tra i motivi per i quali il traffico di fauna selvatica prospera rientra sicuramente l’inefficacia delle sanzioni attualmente previste. Nel mese di maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato tre Schemi di Decreti Legislativi proposti dal Ministro della Salute Speranza, in applicazione del Regolamento Europeo 429/2016 e della Legge di Delegazione Europea 53/2019. Si tratta di un passo importante per garantire più tutela per gli animali e per la salute umana e più prevenzione contro epidemie e pandemie. Tra i punti positivi vi è la modifica dell’art. 727bis del Codice penale con l’aggiunta di una sanzione penale punita con l’arresto da due a otto mesi e con l’ammenda fino a 10.000 euro per chi viola il divieto di commercializzazione di animali selvatici prelevati dall’ambiente naturale. Riteniamo però che questo non basti a scoraggiare i trafficanti. Un crimine di natura così importante richiede pene più persuasive e più incisive e per questo la LAV propone alle Commissioni parlamentari e al Ministro ulteriori miglioramenti agli Schemi di Decreti Legislativi anche sotto il profilo sanzionatorio.

Ciro Troiano