Ancora emergenza acqua
Una delle politiche industriali più urgenti che il nostro Governo deve risolvere, riguarda la scarsità d’acqua per utilizzo industriale, domestico e agricolo. L’abbondanza e l’economicità dell’acqua è una precondizione minima dello sviluppo di qualsiasi economia. Basti pensare che per 1kg di mozzarella ci vogliono 8 litri di acqua, quantità simili per produrre 1 lt di vino o di olio.
E’ compito delle Istituzioni pubbliche fornire alle strutture produttive le necessarie quantità di acqua a costi decrescenti fino ad arrivare alla gratuità.
E’ inaccettabile che ancora si lucri con il commercio dell’acqua.
Esistono eccedenze idriche nel vicino Molise, Abruzzo ed in Albania, nel nostro sottosuolo e, qualora si pensasse ad una centrale elettrica green off-shore, potremmo disporre di quantità di acqua piovana e desalinizzata da produrre in mare ed immettere nella rete, per poi utilizzarla sia a fini civili che industriali ed ancora per irrorare i campi.
Tale progettualità confrontata con la miseria esibita dai nostri politici nel proporre l’impiego dei fondi del PNRR, ben 4 miliardi messi a disposizione dall’UE, la dice lunga sull’incompetenza della nostra classe politica nella sua interezza, infatti è di comune e facile comprensione che non ha senso indebitarsi con cifre faraoniche del New Generation Eu senza un ritorno industriale che consenta di pagare i debiti senza creare alle future generazioni difficoltà.
Non possiamo assistere inermi al fatto che questi fondi vadano a finanziare opere la cui copertura finanziaria deve derivare dalle somme provenienti dalla Fiscalità generale.
I fondi del PNRR devono portare l’Italia ad avere una crescita esponenziale con un relativo sviluppo industriale, grazie alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Questo porterebbe vantaggi a tutti i cittadini ed aziende poiché i costi sarebbero notevolmente più bassi e si avrebbe una maggiore competitività in campo internazionale.
Capiamo il periodo ma importare energia da altri Stati, non risolverà il problema, senza dimenticarci dei costi esosi di questi nuovi contratti di fornitura.
Chiediamo coraggio e serietà alla politica che per troppi anni ha perso tempo.
Siamo arrivati ad un punto di non ritorno. Perché importare energia a costi esosi quando potremmo produrla a costo quasi zero a beneficio di tutti?
Ne beneficerebbero sia le utenze domestiche che quelle Industriali.
Paolo Scicutella – presidente provinciale Fenimprese Bari