Il capo di gabinetto di Gualtieri l’ha fatta grossa
Il romano per sua natura è incline alla cafonaggine e ad anteporre il proprio interesse a quello collettivo, almeno così il grande Sordi lo ha dipinto e forse in alcuni casi è pure vero, ma il capo di Gabinetto del Comune di Roma (Comune che ha un bilancio più grande di molti stati sovrani dell’Europa Unita), un certo Ruberti, ha utilizzato un linguaggio che ha superato di molto ogni stereotipo creato da Albertone.
Peraltro ha evocato in presenza di altri del suo partito fatti indicibili che andrebbero immediatamente chiariti. Anche perché potrebbe presumersi che tutti sapevano e condividessero l’andazzo almeno silentemente. Il tutto emerge in piena campagna elettorale ma è vecchio di due mesi. Ma se questo personaggio si è dimesso oggi perché “il suo comportamento non è adeguato alla sua carica” (parole del sindaco ndr) in questi due mesi e nei mesi precedenti era invece adatto? Naturalmente si sminuisce, si cerca di attutire, sono cose personali, si parlava di calcio o di vino, tutti argomenti che abbiamo già sentito detti dai cialtroni che popolano i film romani non solo di Sordi e non solo di quell’epoca.
Anche la opposizione sembra fare il teatrino dell’indignazione secondo il gioco delle parti, ma qui non è questione di una persona sola e di un caso unico: qualcuno lo ha apprezzato e ancora lo apprezza; altri lo ringraziano: il sindaco “Al tempo stesso voglio rimarcare la straordinaria qualità del lavoro svolto da Ruberti come Capo di Gabinetto, la totale dedizione e l’impegno profusi, e ho sempre apprezzato la sua orgogliosa difesa dell’integrità e dell’autonomia dell’amministrazione comunale e delle sue scelte”; stanno per dargli una medaglia? E sinceramente non mi meraviglierei se l’andazzo ormai prassi consolidata nel Palazzi municipali è questo; cioè “se così fan tutti”!
È evidente che il comune di Roma è un posticino che sembra fatto apposta per i partiti specializzati a scorrazzare per i Palazzi e che si trovano a proprio agio nelle stanze della burocrazia. E non solo quello di Roma.
Ormai non è più questione di quale partito votare; qui si tratta di sapere se stiamo dalla parte di questi maneggi o no. Se ci piacciono i praticoni dei Palazzi o no.
L’entusiasmo con il quale è stato accolto dai politici il PNRR è la prova a mò di esempio -per chi ancora non vuole vedere- di come i soldi riescono a convincere certa politica che vive di spesa pubblica ad attaccarsi alla poltrona costi quello che costi! Anche se perdono le elezioni! Non hanno nessuna idea di cosa farne di quei soldi; non hanno saputo spendere neanche quelli che già gli erano stati affidati dall’Europa nel recente passato; non hanno nessun collegamento con l’economia reale che soffre di scarsità di domanda e esosità dei costi (che poi sono le bollette pagate sempre a loro) e non certo di assenza di parchi giochi come quelli che si faranno con i soldi del PNRR a Bari e non solo; e pure magnificano le lodi di questi miliardi di debiti che lorodevono spendere e noi dobbiamo pagare! Forse il loto entusiasmo unanime è per le mazzette collegate a quella spesa? Chissà, ma alle volte a pensare male…E si meravigliano del come mai i cittadini sono freddi e addirittura non votano o votano quelli che sono contro di loro! La somma dei voti degli scontenti (antisistema li chiamano certuni) e degli astenuti è la stragrande maggioranza degli italiani mentre loro ancora pretendono di governare con i metodi molto ben illustrati da questo Ruberti. E quelli che ancora li votano probabilmente lo fanno per interesse personale a partecipare a quel banchetto e non certo per degli ideali che sinceramente si fa fatica a credere che qualche ingenuo possa abboccarvi.
E per ulteriormente sottolineare la propria incapacità che fanno? Si propongono di chiedere ad un tecnico che non si candida, di fare il futuro loro Presidente; cioè a dire loro cosa devono fare nei prossimi anni. Cioè si candidano sapendo di non poter avere un indirizzo politico ma di chiederlo a chi ne sa più di loro che però non si candida e quindi non si sa se l’elettorato lo approva o meno e men che meno si sa dove andrebbe l’Italia sotto la sua guida! Cioè nella loro estrema furbizia fanno la campagna elettorale, si scannano e vendono quello che di più caro hanno… per fornire una poltrona ad uno che se ne sta comodamente a casa sua a vedere la televisione e che durante il suo mandato potrebbe cambiare linea politica senza che tradisca il programma elettorale e senza doverlo dire prima!!! Come furbata non c’è male! Roba da far impallidire Stanlio e Ollio.
Questo partito della poltrona è una malerba terribile che solo una solenne ripulitura forse potrà estirpare. Noi ci auguriamo che siano le elezioni a mandarli, vivi, a casa. In alternativa potrebbe essere la guerra -cui tengono così tanto- ad incaricarsi di dimostrare di che pasta sono le loro scelte. O una bella crisi finanziaria che ponga fine definitivamente agli infiniti errori dei tecnoburocrati che ci governano.
Il futuro non possiamo saperlo ma è meglio per tutti una civilissima sonora bocciatura elettorale. Agli italiani questo compito.
Canio Trione