Lavoro agile in flessione
In Italia il lavoro agile è in frenata. Lo rivela un’’indagine di Randstad Research, realizzata elaborando i dati Istat ed Eurostat sul lavoro da casa negli anni di pandemia.
I dati ci rivelano come l’Italia, tra i paesi europei, sia il fanalino di coda: risulta all’ultimo posto per numero di lavoratori che, per almeno un giorno a settimana, lavora da remoto, appena un terzo degli 8 milioni potenziali impiegati agili. Il rapporto di Randastad mette in evidenza come in Italia si è tornati alla tradizioni passando dai 1,15 milioni di lavoratori agili nel 2019 a 2,9 nel 2021.
Il lavoro agile però è una grande opportunità per incrementare il lavoro e la crescita economica del sud e quindi dovrebbe essere utilizzato nel pieno delle sue possibilità.
Secondo un’indagine di Randstad un fenomeno importante è la nascita di “hub” del lavoro, ovvero spazi di co-working (lavoro condiviso) oppure veri e propri uffici dislocati nel sud Italia da parte di aziende con sede al Nord che sempre di più hanno difficoltà a trovare lavoratori specializzati al Nord.
Il Sud, fragile dal punto di vista economico ma ricco di potenziali lavoratori specializzati, offre un’opportunità per le aziende in cerca di manodopera specializzata che possono creare spazi fisici di lavoro dislocato a sud.
In questo modo ci sarebbe una buona mediazione tra offerta e lavoro favorendo anche la ripresa economica del sud con una conseguente rigenerazione territoriale.
Antonella Cirese