Ad un mese dal voto
Il voto ha un senso di fondamentale importanza per il futuro assetto della politica nazionale ma è anche un premio o una sanzione su quanto realizzato nel periodo precedente. È evidente che un Parlamento che per curare una malattia che i politici e gli scienziati ci hanno presentato come gravissima, ha prescritto “la vigile attesa e tachipirina” va bocciato in blocco; (senza parlare dei danni all’economia, alle promesse non mantenute, al debito accresciuto;) un Parlamento che non solo non ha mosso un dito per il Sud (e per i sempre più numerosi Sud d’Italia) ma ha drogato interi settori come quello dell’edilizia mandando in tilt anche il sistema del credito oltre che ipotecare il futuro gettito fiscale, va cacciato senza appello; un Parlamento che non ha ricordato neanche un momento i risparmiatori buggerati dalle numerose banche “risolte” cioè volatilizzate nel nulla è il più irresponsabile che ci sia. Quindi, a rigore di logica, nessuno degli uscenti dovrebbe essere rieletto e tutti dovrebbero avere la decenza di non ripresentarsi. Votare per questa gente significa azzerare il valore del voto.
Invece stranamente sono tutti lì a pietire uno scranno a qualunque costo.
Così in questa strana campagna elettorale si parla di tutto ma non di certe cose.
- Non si parla della contrazione dell’uso del contante e probabile sua eliminazione che sarebbe una mazzata definitiva per le PMI e quindi per il Sud;
- Non si parla della concentrazione bancaria che ha creato una dittatura di alcune banche a danno non solo del cittadino -ormai totalmente in loro balìa- ma anche delle istituzioni che dovrebbero controllare e vigilare;
- Non si parla della chiusura di sportelli bancari e bancomat che periferializzano ulteriormente i piccoli comuni;
- Non si parla della giustizia fiscale ormai inesistente;
- Non si parla degli immensi profitti delle società energetiche e del monopolio di quelle che erogano acqua con profitti enormi;
- Non si parla della gestione delle autostrade;
- Non si parla dei nuovi parametri della UE dopo il totale fallimento di quelli di Maastricht;
- Non si parla dell’aumento dei tassi bancari voluto dai tedeschi ed applicato a noi.
E che dire delle cartelle pazze? E della situazione della sanità ormai fuori controllo?
E potremmo continuare a lungo e sottolineare che anche i partiti che si dicono antisistema non profferiscono verbo su questi temi che sono sotto gli occhi di tutti. Come mai nessuno si rende conto che ognuno di questi temi significa centinaia di migliaia di voti? Probabilmente anche i candidati attuali sono stati attentamente scelti tra persone ignare della dimensione dei veri problemi e di quanto la gente ne sia preoccupata; si trastullano invece su questioni come le fiamme nei simboli, ipotetiche abolizioni delle leggi sull’aborto, sulle questioni gender… cioè cose senza un valore economico. Forse per non disturbare il manovratore vero che sta comodamente fuori dal Parlamento.
Ma, come farà la gente a raccontare le proprie preoccupazioni se non attraverso il voto?
Canio Trione