L’album “Nature” parla a chi vuole ascoltare. Intervista ad Erica Mou

Classe 1990 Erica Musci, al secolo Erica Mou, nasce il 6 aprile a Trani sotto il segno dell’ariete.
Sin dall’infanzia manifesta un forte interesse per la musica. All’età di cinque anni infatti inizia a studiare canto e qualche anno dopo chitarra.
Durante l’adolescenza partecipa a diversi eventi musicali, il suo talento non passa inosservato nei concorsi per giovani cantautori, dove colleziona premi e prestigiosi riconoscimenti.

Nel 2012 partecipa al Festival di Sanremo nella sezione Giovani classificandosi seconda, vincendo anche il premio della critica Mia Martini e il Premio Sala Stampa Radio Tv. Da oltre dieci anni sulla scena, Erica Mou vanta moltissime collaborazioni di prestigio e centinaia di concerti in tutta Europa, dove calca grandi palchi e realizza anche aperture ad artisti come Paolo Nutini, Patti Smith e Suzanne Vega.

A proprio agio sul palco così come su un set cinematografico, è apparsa nel film “Figli” (2020) di Mattia Torre e in “Quo vado” (2016) di Checco Zalone, oltre ad aver realizzato il brano “Dove cadono i fulmini”, canzone scelta da Rocco Papaleo come colonna sonora del suo film “Una piccola impresa meridionale” per cui ottiene una nomination ai David di Donatello 2014.

Ad arricchire il curriculum della poliedrica artista, la pubblicazione del romanzo “Nel mare c’è la sete” (Fandango Editore – 2020), vincitore del Premio Lettori al Festival Lugnano, il debutto a teatro con “Un’ultima cosa”, uno spettacolo di e con Concita De Gregorio, per cui Erica ha realizzato le musiche originali e la presenza nella commissione artistica di Area Sanremo 2020, fino alla conduzione di 1MNext 2021, il contest del Primo Maggio Roma.

Il suo ultimo album “Nature” uscito a quattro anni di distanza dal precedente “Bandiera sulla Luna”, ha confermato il talento autoriale di Erica.

Ciao Erica e benvenuta. Partiamo subito dal tuo ultimo successo “Nature”. A chi si rivolge l’album?

In realtà quando faccio un disco non penso a chi mi rivolgo. Uno ha sempre la speranza di incontrare persone diverse, che hanno magari età o provenienze geografiche diverse.
Mi stupisce sempre molto vedere ai concerti persone di generazioni differenti. Punto ad esprimere il mio punto di vista, di una donna trent’anni, che può risuonare maggiormente nelle persone che magari hanno la mia età, ma in realtà la musica trascende da queste etichette.

Parlo a chi vuole ascoltare.

La natura è la protagonista indiscussa dell’album. Ci sono dei luoghi in particolare, magari anche Pugliesi, a cui ti sei ispirata per la stesura dei testi delle canzoni?

Si, questo come non mai è un disco di viaggio, motivo per cui lo stesso titolo “Nature”, può essere letto anche in inglese e in francese. Ho composto e prodotto il disco in tre nazioni diverse.
Dopo aver abitato a Roma, sono andata a Londra e poi a Tolosa (Francia) per poi ritornare in Puglia. Ci sono delle canzoni inglesi più influenzate dall’Inghilterra, altre in dialetto biscegliese.
Quando le ho scritte avevo chiaramente in mente i paesaggi in cui sono nata e cresciuta, ogni canzone evoca degli scenari o degli elementi della natura. Il disco si apre con “Fuori dal letargo” che ispirandosi all’aria parla di prendere il volo, e si chiude con “Sul ponte”, un pezzo in cui c’è ponte teso tra paesaggi diversi.

Il tuo primo album “Bandiera sulla Luna” risale a quattro anni fa, un lasso temporale caratterizzato da forti cambiamenti storico-sociali. Quanto e come sei cambiata in questo periodo?

E’ difficile dirlo adesso perché le cose poi si capiscono sempre dopo. Mi sento in continua evoluzione. Negli ultimi quattro anni ho cambiato diverse città, persone che sono nella mia quotidianità, ho scritto un romanzo… poi è arrivata la pandemia durante la quale ho continuato il mio percorso di crescita personale. La vita comanda e le canzoni la raccontano, il pericolo è quando le canzoni diventano il riflesso della vita.
Oggi mi sento una persona più libera, più autonoma.

Oltre ad essere cantautrice, dopo il primo romanzo possiamo definirti anche una brillante scrittrice.
Hai già pensato ad un secondo romanzo o per il momento continuerai a scrivere solo canzoni?

Sicuramente la scrittura rientra anche nelle canzoni, ma mi piacerebbe scrivere un secondo romanzo e affrontare un’altra sfida.
Per quanto simile è stata un’esperienza nuova e molto appagante, fatta anche di solitudine rispetto alla musica, che è decisamente più sociale. E’ stato bello il momento del raccoglimento durante la scrittura. Il libro mi ha regalato tante soddisfazioni anche dopo, perché è stato tradotto anche in inglese.
Ci vuole molta pazienza e tenacia. E’ stato un banco di prova stimolante.

Tra i cambiamenti e le novità, sei attualmente ospite fissa di “Sex” il programma di Rai3 dedicato alla sessualità. Sei a tuo agio e come stai vivendo l’esperienza?

L’esperienza è molto bella. Penso che il programma, in seconda serata, nel suo piccolo stia facendo una rivoluzione.
Ritrovare il modo, il tono e la pacatezza di parlare di sessualità e di educazione sessuale, di temi che non si capisce perché, restano ancora dei grandi tabù della nostra società, per quanto siano argomenti fondanti nelle nostre relazioni, e che quando ignorati generano appunto un’ignoranza che può sfociare in pregiudizio o addirittura in violenza. Io sono lì in veste di musicista quindi non partecipo attivamente al talk, ma anche ascoltare è per me commovente perché è il programma che avrei voluto vedere quando ero più piccola, ed è bellissimo che adesso esista. Si parla di sesso mai con malizia o volgarità, ma per restare in tema con l’album “Nature”, con naturalezza.

Se potessi sognare in grande, con quale artista ti piacerebbe poter collaborare?

Ce ne sono tantissimi… a voler sognare in grandissimo, ti dico due delle cantanti internazionali che mi piacciono molto.
Una è Emiliana Torrini, un’artista Islandese che mi piace e mi ha dato tanto, e Lianne La Havas, un’artista inglese che adoro. Considera che questa risposta cambia sempre, dipende dai periodi (ride, ndr).

Nonostante la tua giovane età, hai un curriculum di tutto rispetto. Tra premi e riconoscimenti vinti, esibizioni in diverse nazioni, oltre 700 concerti, ospitate in tv, gli album e il romanzo.. c’è qualcosa che vorresti ancora fare da aggiungere all’elenco?

Il viaggio della musica è una ricerca infinita che dura per tutta l’esistenza. Sono contenta e appagata di quello che ho fatto e sto facendo, ma vorrei esplorare e vivere cose nuove. Mi affascina molto l’esperienza in teatro che sto facendo con Concita De Gregorio e il suo spettacolo “Un’ultima cosa”. Sicuramente mi piacerebbe approfondire quest’intersezione tra la recitazione e la musica, l’opera nel senso più completo del termine, l’unione del corpo alla voce. Se me l’avessi chiesto quattro anni fa, non avrei immaginato di poter scrivere un romanzo. Lascio sempre gli spiragli aperti senza precludermi niente.

Vincenzo De Marino