Ministri? No, commessi viaggiatori
Se andate a comperare una maglietta e il prezzo delle magliette è rincarato alla produzione il vostro negoziante di fiducia fa il diavolo a quattro per cercare un fornitore più a buon mercato; se invece il petrolio rincara ne consegue che il prezzo dei carburanti rincara, ipso facto, anche al distributore sotto casa: cioè il fornitore non fa nulla per andare incontro al consumatore ma gli trasferisce il rincaro senza pensarci due volte.
Stessa cosa accade per le banche, le assicurazioni, le automobili, tutte le grandi imprese che possiedono un significativo controllo sul mercato (detengono “fette di mercato” si dice, come una volta si diceva dei feudatari che possedevano pezzi dell’economia dell’epoca cioè la terra) non si scompongono granchè e aumentano il prezzo dei loro beni e servizi in modo da non perderci nulla. Se però il prezzo è rincarato molto, il resto dell’economia che ha sostenuto la grande imprese da sempre, non ce la fa più a pagare e così sono guai grossi.
Da queste colonne più volte abbiamo detto che la floridezza della grande impresa dipende direttamente da quella della piccola che paga i sevizi della grande e quindi il punto più importante di tutte le politiche economiche è la piccola impresa. Ma questa non ha lobby e quindi le cose vanno a rotoli per tutti.
Ma recentemente le cose sono andate ancora peggio: abbiamo letto di pezzi importanti dello stato girare per il mondo per cercare materie prime energetiche fossili… a qualunque prezzo monetario o politico; ma comperare le materie prime energetiche per una ditta privata non è un compito che appartiene alla stessa società che vende energia? Non certo ad un Ministro. mai siamo arrivati così in basso: le Istituzioni che devono fare il commesso viaggiatore per conto di una lobby privata perché anziché prevedere e premunirsi cioè porre in essere delle politiche nell’interesse collettivo hanno pensato a racimolare voti e a difendere la poltrona cioè hanno fatto le cicale e adesso corrono ai ripari pur sapendo che esiste una significativa produzione nazionale che prende le vie d’oltre mare lasciando la nostra economia senza energia.
E come se tutto questo non bastasse si vocifera di una sospensione della erogazione di energia come se questa fosse una materia prima non essenziale e vitale per famiglie ed imprese. Cioè il rincaro e la ipotesi di sospensione della erogazione sono una dichiarazione di fallimento della nostra classe politica (e dei “tecnici” che gli stanno dietro) di tale dimensione che mai avremmo immaginato che potesse accadere. È come se un mugnaio sapendo che il prezzo del grano sta salendo non si premura per tempo a procurarsi il grano al prezzo migliore compatibilmente con il mercato e quindi evitare di rimanere inoperoso e chiudere il molino. È una chiara ammissione di incapacità.
E a questa gente si affida la decisione di entrare in guerra? O, ancora peggio, di difenderci da una insidiosa pandemia? O problemi economico finanziari complessissimi? Ma che volete dai commessi viaggiatori. Vanno solo cacciati in blocco!
Canio Trione