Caro bollette in Inghilterra e disobbedienza civile
Il Fatto Quotidiano ci racconta che in Gran Bretagna il caro bollette ha indotto gli inglesi a unirsi in una campagna di disobbedienza civile. 113mila persone minacciano di non pagare le bollette a partire dal prossimo ottobre. La disobbedienza consiste nell’eliminare l’addebito diretto delle bollette sui conti bancari, con grave danno per le società energetiche (che già sono sull’orlo della bancarotta già per altre ragioni).
Salta all’occhio l’importanza della dematerializzazione della moneta e dello strapotere accumulato dalle società (nel nostro caso energetiche) che in questa maniera mettono le mani direttamente sui tuoi risparmi anche in casi di rincaro estremo dei prezzi. Così specie le categorie meno abbienti cercano di sfuggire a questa spada di Damocle chiedendo di tornare a pagare con i soldi alla posta come ancora si fa nelle periferie.
Ma salta all’occhio anche il metodo “mite” utilizzato per la protesta: in una nazione che si ritiene culla della democrazia rappresentativa non esiste una categoria (non necessariamente un partito) di politici che si faccia carico di rappresentare una esigenza così diffusa? Non esiste un luogo, un giornale, una televisione ove non si processi una classe politica che non ha né previsto né approntato antidoti a questa situazione? Nessuno ha pensato che dematerializzando la moneta i risparmi e i redditi i cittadini divenivano preda di un qualunque potentato che si fosse attrezzato tecnicamente e legalmente per fare quello che vuole? Non essendoci una rappresentanza politica ci si arrangia come si può? Cioè siamo tornati ai tempi preromani quando il Senato non era stato ancora inventato?
Ridurre dei cittadini a fare politica da soli è vera barbarie.
La cosa è nata dalla necessità e dalla evidente ingiustizia “di sistema” che questo rincaro denunzia ma è certo che questo imbarbarimento della gestione politica di uno Stato non si ferma qui. Peraltro la venerazione per la tecnologia non arginata da alcuna razionalità non poteva non sfociare in vera dittatura della stessa tecnologia; se nessuno si accorge che delegando agli automatismi il nostro ruolo di esseri operosi e pensanti fatalmente si va verso la delega alle macchine di ruoli che non sappiamo più svolgere! Non è questo un tema basilare per la politica di oggi? Che cultura è quella che abdica a favore di una sedicente intelligenza artificiale in tutti i suoi ruoli? E gli stessi “tecnici” non è che a furia di studiare cose complicate hanno perso il senso della ragione?
Nel frattempo a Napoli si bruciano in piazza le bollette della luce; il prossimo passo è lo scontro all’arma bianca?
Canio Trione