Si torna a scuola

Per la prima volta, dopo due anni di pandemia, si torna a scuola liberi dalle norme anticovid. Vengono abolite le mascherine, tranne che in alcuni casi specifici, non ci saranno gli orari diversificati, le misure di distanziamento e non è stata prevista la didattica a distanza (dad).

Il ritorno ad una vita scolastica “libera” è però ombrata dalle polemiche tra sindacati secondo cui mancano all’appello 200mila insegnati, cosa gravissima in tempo di rinnovamento, e il ministro dell’Istruzione che invece sostiene “Allo stato attuale cominceremo un anno scolastico in cui non mancano i docenti”.

Intanto in questi giorni è arrivato il rapporto di Save the children da cui risulta che in Italia la dispersione scolastica sfiora il 13% e il sud è primo per abbandono. L’organizzazione offre, anche quest’anno, un ritratto impietoso sullo stato dell’educazione scolastica del nostro Paese. Peggio dell’Italia solo Spagna e Romania rispettivamente con il 15,3 e 13,3%, che con noi sono ancora lontane dal traguardo fissato dal Consiglio dell’Ue del 9% entro il 2030.

Da dati emerge la grande forbice di disuguaglianza tra Nord e sud dove, l’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del sud, va ben oltre la media nazionale (del 12,7%), con punte in Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%) e valori decisamente più alti rispetto a Centro e Nord anche in Campania (16,4%) e Calabria (14%).

Sul ritorno a scuola incombe anche il rincaro libri.  Secondo il report realizzato dall’associazione Consumerismo No Profit, il rincaro registrato sui libri di testo è dell’1,5%, in linea con il tasso di inflazione programmata del Mef (Ministero dell’economia e delle finanze). Un aumento contenuto, ma che può rivelarsi importante per i nuclei familiari con più di un figlio in età scolastica.

Antonella Cirese