La banda ciociara delle corse clandestine
Le corse clandestine, come denunciamo da anni, sono tra le più aggressive e preoccupanti attività criminali zoomafiose. Si tratta di eventi criminali che coinvolgono decine di persone e che attuano un vero e proprio rito collettivo di esaltazione dell’illegalità, che trova ampia risonanza sui Social, quale sublimazione dello strapotere criminale.
Spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, corse clandestine di cavalli: è la cornice nella quale operava un gruppo criminale di Sora neutralizzato da un’operazione dalla Squadra mobile che ha eseguito 13 arresti e 4 obblighi di dimora, e denunciato 5 persone.

Secondo quanto comunicato dalla Polizia (che ha diffuso anche un video), gli indagati sarebbero coinvolti nelle corse clandestine di cavalli e possessori di cavalli sfruttati nelle gare illegali. Una decina di appartenenti alla famiglia, sempre secondo gli investigatori, sarebbero coinvolti nell’organizzazione della corsa clandestina del giorno di Pasqua 2020, in pieno lockdown. I video della gara illegale postati sul web crearono un rilevante clamore mediatico: da lì è partita l’operazione “Ultima corsa”, così chiamata, che ha sgominato la banda.
Si legge nella nota diffusa dalla Polizia: «Nell’occasione la pubblica risposta dell’allora sindaco di Sora, provocava l’immediata reazione dei protagonisti del riprovevole episodio pubblicando sui social un video, caratterizzato da una chiara connotazione minatoria, riproducente l’immagine del Sindaco seguita dalla visione di una bara trasportata da uomini di colore.
Nel corso dell’attività investigativa i poliziotti hanno scoperto inoltre come la famiglia quando si insediò nel territorio, aveva costruito abusivamente diversi manufatti adibiti al ricovero di bestiame sui quali pendeva un decreto di sequestro e abbattimento mai eseguiti.
A marzo di quest’anno la Squadra mobile con il contributo della Polizia Locale del Comune di Sora ha provveduto a dare esecuzione alle ordinanze di demolizione delle strutture abusive, che erano tra l’altro utilizzate oltre che per il ricovero di bestiame anche come luogo di incontro per la pianificazione delle attività illecite».
È necessario comprendere che questa attività criminale, oltre a sottoporre gli animali coinvolti a maltrattamenti e a condizioni di detenzione esasperate, rappresenta un mezzo di riciclaggio di proventi illegali, di controllo sociale e di dominio territoriale, e questa inchiesta rappresenta un’ennesima conferma di quello che affermiamo da anni: occorre adottare una visione strategica e unitaria dei vari aspetti dell’illegalità zoomafiosa che incidono sul più vasto contesto della tutela della sicurezza pubblica e su quello della lotta alla criminalità organizzata. Solo adottando iniziative investigative tipiche del contrasto ai sodalizi criminali si attuerà una strategia vincente. Contrastare questo delitto, oltre a salvare animali, si trasforma in antimafia sociale e riconsegna del territorio alla legalità. Per questo le attività investigative della Squadra mobile di Frosinone risultano particolarmente significative.
Ciro Troiano