La questione energetica vista da sud
Il sud è esportatore netto di energia verde, è il secondo produttore europeo di petrolio e gas dopo la Norvegia, è il luogo dove passa un gasdotto che avrebbe dovuto ripararci da ogni penuria di gas nonostante le offese all’ambiente; è il luogo dove si potrà realizzare la gran parte della futura energia verde… ma paga l’energia come tutti gli altri, subisce la scarsità come tutti gli altri e non decide nulla della propria politica energetica. Regioni e comuni in ordine sparso devono fronteggiare lo strapotere delle “sorelle” dell’energia le cui attenzioni si adagiano sulle nostre Terre.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: ambiente trasformato, paesaggio insultato, costi elevatissimi ed esproprio vero e proprio di ogni risorsa energetica locale.
Naturalmente se tutta quella energia verde e fossile che prende altre vie rimanesse qui, avremmo sovrabbondanza di energia che potremmo vendere ai prezzi elevatissimi di oggi. E ci arricchiremmo. Ma invece di venderla cara, la comperiamo cara, mentre la nostra al regaliamo.
Ve ne siete accorti?
Chi rappresenta gli interessi dei meridionali? Nessuno, anche perché la classe dirigente locale è attentamente selezionata tra i meno perspicaci. Il massimo che riescono a fare sono i parchi con i nuovi debiti pubblici chiamati PNRR.
La politica trova nella gestione dell’energia un sottogoverno comodissimo e potentissimo: chi controlla una società energetica apre un enorme spazio clientelare. Questa novella forma di feudalità antidemocratica si traduce oggi in esosità enorme della energia, tassazione incostituzionale e recessione infinita.
Peraltro le peculiarità in campo energetico che abbiamo detto si accompagnano alle altre ben note di un territorio che sotto ogni aspetto si differenzia dal resto d’Italia e d’Europa; quindi al sud serve una politica economica ed energetica speciale che non costituisca assistenza per nessuno ma che restituisca competitività a chi investe nel sud.
Quindi sul piano energetico la unitarietà della politica nazionale è una offesa all’intelligenza di chiunque: serve una Autorità per l’energia che sia specifica per il Sud per ogni aspetto della politica energetica: gli investimenti, le tariffazioni, la contrattualistica, l’ambiente. Autorità che ovviamente non sia di nomina politica ma emanazione del mondo dell’utenza che deve esprimere quale programma premiare tra i vari che si candidano a condurre la politica energetica meridionale. Devono essere gli utenti a scegliere quale futuro energetico preferire perché l’energia è un bene di primaria necessità e non può essere utilizzato per spremere danari o snaturare il paesaggio.
Dal sud deve partire una rivoluzione positiva e pacifica per il rilancio della economia di tutta l’Italia.
Canio Trione