Un premio al nostro Presidente del Consiglio

Per assegnare un premio serve una giuria che lo decida. Giuria che a sua volta deve essere indipendente, retribuita e qualificata; oltre ad essere motivata da un criterio di valutazione che sia il senso del premio stesso. Va anche detto che il riconoscimento consiste usualmente in belle parole di elogio nonché in qualcosa in danaro. Quindi servono soldi, organizzazione e competenze. Per pensare un premio ai migliori primi ministri del mondo tutte queste componenti devono essere molto estese.

Circa il recente riconoscimento a Draghi non conosciamo nulla: dai componenti della giuria, alle motivazioni specifiche, alla consistenza del premio, alla natura stessa della istituzione premiante: chi è così capace e colto da ritenere di possedere competenze tali e conoscenza di fatti noti e segreti da assegnare un premio nientemeno che ai primi ministri del mondo? E che razza di organizzazione è quella che ritiene di saper offrire un premio ambito niente di meno che dai primi ministri di tutto il mondo?

Domande che rimarranno senza risposte e quindi dobbiamo cambiare tema ed attenerci a quello che ci dicono e che ci fanno vedere: sappiamo di parole di elogio sperticato di Henry Kissinger che però non fa riferimenti a risultati concreti e precisi ottenuti dal premiato; né a vantaggio nostro né di altri; qualcuno forse dovrebbe dirgli che stiamo messi molto male in Italia? Debito alle stelle, guerra in corso, epidemia non debellata dopo due anni di emergenze, energia costosissima, tassi di interesse in crescita impetuosa, banche in difficoltà, azionisti buggerati e non risarciti,… cosa deve succedere ancora per dire che è un fallimento totale? Forse il Nostro ha altri meriti che sarebbe stato bene elencare esplicitamente per conoscere le difficoltà superate e i relativi beneficiari.

Forse era lui, Kissinger, parte o direzione della giuria? Chi erano gli altri candidati a tale premio? Con quali motivazioni? Nessuna risposta a nostra conoscenza hanno avuto queste domande ma questo già accade al sistema finanziario globale e nazionale (così vicino al nostro Presidente del Consiglio) ormai proverbiale per la sua opacità.

Altra cosa visibile è che l’ispiratore del premio è un rabbino di alto rango. Una specie di cardinale della loro religione. Ci dicono anche che Draghi è sempre stato vicino ai gesuiti e cattolico. Quindi è molto bello che gli steccati religiosi siano stati divelti. Ma il Papa avrebbe fatto la stessa scelta in un premio cattolico? oppure loro hanno le competenze e i criteri giusti per dare un premio di questa fatta mentre noi, cattolici, no?

Un’altra questione sorge imperiosa: questa organizzazione che opera negli Stati Uniti è privata o pubblica? È coerente con l’Amministrazione americana che l’ispira oppure è essa che ispira la politica americana? Domanda spontanea se è vero che i premianti ritengono di poter dispensare giudizi e valutazioni di questa portata! Cioè l’apprezzamento espresso così solennemente è da intendere patrocinato ed ispirato dalle Istituzioni (forse culturali) americane come alcune dichiarazioni del loro Presidente fanno arguire, o sono di una organizzazione privata o religiosa cui la politica americana ai suoi livelli apicali si è accodata? non sono cose di secondaria importanza.

Una ridda di domande senza risposte forse per nostro limite o forse perché non dobbiamo averle.

Certo è che questa data rischia di segnare uno spartiacque tra un prima e un dopo.

È infatti significativo che questo evento avvenga in concomitanza con:

1) la grave escalation nella guerra in Ucraina con mobilitazione parziale delle forze armate russe senza che si facciano neanche vaghi tentativi di mediazione (tanto meno da parte del premiato e dei premianti) quasi che fosse attesa e voluta;

2) l’impegno in sede ONU dello stesso Draghi (giacchè c’era a New York ha pensato di andare a pronunziare un discorso) dell’Italia a favore dell’Ucraina che forse sarebbe stato opportuno che lo pronunziasse uno del futuro Parlamento o Governo italiano (sempre che queste nostre istituzioni contino e che sappiano qualcosa);

3) la crescita impetuosa ormai da anni di una serie di verità parallele a quella ufficiale che viaggia sul web e che è ignorata dal mondo ufficiale che, controllando i media maggiori, ritiene di controllare le masse.

Cioè mentre il Nostro e i suoi estimatori ed amici di questo invidiato club esclusivo se ne vanno per la loro strada premiandosi e vantandosi, la gente si sta formando una propria tesi che non si sa quanto forte e fondata sia, ma è crescente; ed è impetuosamente crescente specie la quantità di gente  sostenitrice di queste tesi originali  spesso definite complottiste; gente che sostiene queste tesi eretiche pur essendosi dimostrata ingenuamente credulona -otre ogni immaginazione- dei messaggi dei media in concomitanza della recente crisi sanitaria globale,. Peraltro la guerra sta visibilmente danneggiando la gente comune ma sta indebolendo anche stati e grandi imprese. Questo non è un dettaglio da poco: le banche hanno fornito agli stati i crediti necessari alla campagna di vaccinazione e adesso anche alla guerra (con annessa politica dei bonus necessaria a tenere buona la popolazione e a comperarne il consenso) pur sapendo che il sistema delle Pmi sarebbe saltato; ma adesso che quest’ultimo evento sta per concretizzarsi come si pensa che stati e grandi imprese possano sopravvivere? Cioè: chi pagherà loro bollette e beni di largo consumo?

Era prevedibile che le grandi banche per prestare a tassi crescenti nuovi soldi agli stati promuovessero i debiti “buoni” e i PNRR che sono stati debitamente sponsorizzati dal Nostro, ma ormai abbiamo superato il segno e il rischio di un crack generalizzato è altissimo; la scusa della guerra può indurre a togliere dai conti bancari privati fette crescenti di risorse.

Questo fenomeno è un chiaro effetto della prevalenza delle lobby sugli stati ufficiali e loro istituzioni; ma, essendo una politica strettamente egoistica e non sistemica è disordinata, ed è  quindi suicida.

Quindi mentre loro narcisisticamente si danno i premi, l’Occidente democratico -quale sembrava essere tempo fa- sta crollando: c’è una manona che sta favorendo questo crollo? o sono più di una? e chi sono?  non sappiamo, ma è improbabile che nessuno se ne sia accorto.

Presto le grandi imprese, banche e burocrazie statali sempre a seguito della guerra imporranno una stretta alla informazione libera via web? È possibile, ma non solo.

Siamo ancora ai primi passi di una involuzione molto brutta e l’evento di New York dimostra che i grandi burattinai ormai non hanno più bisogno di mezze parole: la gente accetta tutto e quindi ritengono di poterne fare quello che vogliono.

Canio Trione