In fiera senza i politici
L’85esima Fiera del Levante di Bari sarà ricordata per essere l’edizione del ritorno dopo la pandemia, la prima ad essere spostata ad ottobre rispetto al consolidato appuntamento settembrino e per non aver visto presente alcun esponente dell’esecutivo nazionale al taglio del nastro. Eppure, negli anni passati, sul palco si sono alternati Presidenti del Consiglio, Ministri, Sottosegretari, Presidenti di Repubblica e un sovrano. La loro presenza era percepita come un segno di attenzione da parte del mondo imprenditoriale e dall’intera popolazione.
I discorsi inaugurali servivano a fare il punto sulla situazione economica del Mezzogiorno da sempre caratterizzata da luci e ombre, sviluppo a macchia di leopardo e atavici ritardi infrastrutturali. In tempi più vicini a noi, le dirette televisive permettevano di mettere Bari e l’intera regione sotto i riflettori dell’opinione pubblica nazionale. I convegni e le attività collaterali attiravano altri esponenti politici di rango valorizzando i simposi a cui aderivano.
Durante un scavo d’archivio, svolto nel Centro documentazione “Sergio Flamigni” di Roma, sono emerse alcune fotografie relative alla Campionaria barese. In particolare, è oltremodo suggestiva la foto dell’onorevole Aldo Moro che inaugura la XXIX edizione (in foto). Nel 1965 lo Statista svolgeva l’incarico di Presidente del Consiglio e presiedeva quello che passerà alla storia come il secondo Gabinetto Moro, che rimarrà in carica dal 1964 al 1966, durante la IV Legislatura.
L’entusiasmo della folla, il cordone delle autorità, la resa degli onori militari rendono l’idea del clima che caratterizzava la cerimonia di apertura di un evento molto sentito in gran parte del Sud Italia. La gente, allora come oggi, attendeva la Fiera per vedere qualcosa di nuovo o ivi presentato in anteprima, specie in una società come quella degli anni Sessanta, proiettata verso lo sviluppo industriale e la distribuzione di massa dei prodotti, ancorché in fase iniziale, ma lontana dalla globalizzazione e dall’omologazione dei manufatti.
La foto è custodita presso l’Archivio “Flamigni”, diretto da Ilaria Moroni, con sede presso lo storico quartiere romano della Garbatella. Si tratta di un’associazione, costituita nel 2005 con lo scopo di catalogare, inventariare e rendere disponibile la vasta documentazione acquisita e conservata dal senatore Sergio Flamigni in oltre sessanta anni di lavoro politico, attività parlamentare e ricerca storica, a seguito del suo impegno quale membro delle commissioni parlamentari d’inchiesta su diversi fatti importanti e snodi critici della vita politica repubblicana.
Fin dalla sua nascita il Centro si è impegnato per creare un collegamento virtuoso tra realtà interessate allo studio e alla documentazione della storia italiana recente. L’istituzione culturale è stata promotrice e fa parte della Rete degli archivi per non dimenticare.
Sull’argomento è utile richiamare il volume “La Fiera del Levante, il Mezzogiorno, l’Europa e il mondo nei discorsi inaugurali di Aldo Moro” a cura di Antonella Daloiso, giornalista, già responsabile delle Relazioni Istituzionali della Fiera del Levante. Il testo, edito nel 2018, costituisce una testimonianza sull’Ente pugliese, ma soprattutto sulla figura di Aldo Moro, il quale colse la platea della Campionaria per parlare, da Bari, all’Italia e al mondo intero. I concetti espressi dal presidente Moro nei discorsi tenuti alle inaugurazioni della Fiera del Levante, infatti, si rivelano, ancora oggi, di sconcertante attualità.
di Vincenzo Legrottaglie
Foto: l’on. Aldo Moro inaugura la Fiera del Levante nel 1965, credits: Archivio Flamigni, Roma.