Il gas del Sud in soccorso del Nord
Il ministro dell’ambiente e sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, al termine del cdm del 4 novembre 2022, riferendosi alla estrazione di nuovo gas dall’Adriatico, ci dice che: “Tutto questo deve avvenire al di sotto del 45esimo parallelo con l’unica eccezione che riguarda il ramo Goro del fiume Po”. Non solo: la Meloni in conferenza stampa ci dice che “Chiederemo ai concessionari che dovessero aderire di mettere a disposizione, in cambio, da gennaio gas tra 1 miliardo e 2 miliardi di metri cubi da destinare ad aziende energivore a prezzi calmierati”. Cioè il governo vuole prendere il gas dall’Adriatico -stando ben attenti a non creare problemi di terremoti o bradisismi a Venezia e al Nord che invece se accadono al Sud non se ne frega nessuno- e dare quel gas a prezzo di favore alle industrie gasivore (cioè grandi e potenti per la gran parte del Nord) mentre le casalinghe della Garbatella pagheranno l’energia allo stesso prezzo pagato da un qualunque miliardario d’Europa.
Una volta nessuno avrebbe mia ipotizzato una cosa del genere: a quei tempi tutti i cittadini erano considerati uguali davanti alla legge e il prezzo di una fornitura, fosse esso amministrato o di mercato, si intendeva uguale per tutti. Oggi si fa un prezzo speciale per ognuno regalando risorse a certuni e sottraendole a certi altri tanto l’unica cosa che conta è la capacità di protestare che alcuni hanno mentre altri no e quindi questi ultimi soccombono nel silenzio più totale dei media. E lo si fa con grande nonchalance come se il governo abbia il potere di fare e sfare senza considerazioni di alcun tipo.
Questa è la situazione e questa è la nuova regola della economia moderna.
La materia energetica è interamente dominata dai potentati aziendali e quindi va fatto un po’ d’ordine almeno individuando alcuni punti fondamentali.
Primo: le risorse del sottosuolo sono di tutti e non certo degli industriali del Nord o del governo di turno che non ha diritto di saccheggiare quelle risorse e regalarle a chi vuole. Le aziende anche grandi non devono essere aiutate a danno di tutti gli altri ma all’interno di politiche fatte per tutti in egual misura.
Secondo: il governo può finanziare le proprie spese solo con il gettito fiscale che è maggiormente elevato per i più ricchi e non con la vendita di asset pubblici. Punto: la Costituzione è chiarissima. Le risorse sottomarine sono di tutti e non sono nella disposizione dei politici a favore di nessuno.
Terzo: la politica energetica non è cosa che si fa a pezzetti e bocconi ma deve essere integrata nel senso che deve contemplare al proprio interno sia interventi immediati che quelli a più lunga scadenza. In questo momento per esempio esistono più di diecimila domande di parchi eolici marini nel Sud che non si sa come organizzare senza minare la libertà di navigazione.
Su questa politica energetica è poggiato il futuro di tutta l’Italia.
Quarto: il Sud non è un luogo dove se hai bisogno di braccia o di menti o di risparmio o di petrolio o di sole o di vento o di gas vai e te li prendi! Lasciando loro un piatto di lenticchie. Il Sud ha una sua identità e una sua esigenza di sviluppo e deve utilizzare almeno le proprie risorse e quindi si devono lasciare al Sud. Non si può continuare a saccheggiare le risorse umane e naturali del Sud per sopperire alle incapacità del Nord.
Viene da chiedersi se è più insostenibile il costo energetico di una impresa con cento milioni di euro di fatturato e dieci milioni di euro di bolletta o di una pizzeria con centomila euro di fatturato e ventimila euro di costo dell’energia? E i pensionati o disoccupati o impiegati con un mutuo sulle spalle non hanno costi ugualmente insostenibili?
Come mai le opposizioni non hanno ancora sollevato questioni di così grande importanza? Se ne fregano dei cittadini? Non sono competenti?
In sintesi è evidente la buona volontà governativa di venire incontro alle esigenze fondamentali della nostra economia cosa che è una positiva novità rispetto al recente passato; ma gli interventi vanno fatti non solo con il buon senso del buon padre di famiglia o della casalinga più assennata, ma anche con una idea di più lungo respiro almeno per non ricadere nella pessima figura che la politica italiana ha fatto con le sinistre che lasciavano che la nave andasse alla deriva per poi all’ultimo momento appellarsi alla emergenza e alle politiche dei rattoppi in ogni campo.
Canio Trione