Quando le marce non valgono niente
All’indomani delle elezioni tutte le formazioni politiche sono divenute pacifiste; al punto da scendere in piazza con costose ed impegnative manifestazioni. Va ricordato che escluse le liste che non sono riuscite ad entrare in Parlamento, nessuno dei partiti maggiori ha dichiarato chiaramente in campagna elettorale la volontà di porre termine alle ostilità o di avviare una trattativa per un cessate il fuoco preventivo o, almeno, alla cessazione dei finanziamenti verso uno dei belligeranti per allungare nel tempo la guerra.
Ma se questo era -come è- un tema che porta voti come mai nessuno ne ha parlato? Le sinistre (ve ne sono tante) sfegatatamente a favore della difesa degli aggrediti e ben saldamente al governo non potevano da tempo adoperarsi per la pace? E adesso i governanti quanto stanno pensando ed operando per la pace? I finanziatori della guerra di ieri e divenuti pacifisti di oggi non potevano accorgersi ieri di essere pacifisti? Ma quel che più conta, i seguaci di Conte o delle altre sinistre con quale fegato scendono molto tardivamente in piazza per mettere in scena questa pantomima sapendo che anche sostenere un cambio di opinione non produrrà nulla? E il governo che sa che la maggioranza della popolazione è pronta a scendere in piazza pur di perorare la pace anche con i primi sostenitori della guerra, cosa intende fare per chiudere questa pietosa pagina di politica internazionale? Ma per dire le cose come stanno si deve stare per forza lontano dai Palazzi? O c’è un Palazzo più grande di ogni altro e lontano da Roma dal quale è uscita la decisione della guerra?
Per chi deve commentare questi eventi c’è da essere molto amari. Anche i pacifisti della prima ora rimangono stupefatti.
Certo, il voto può essere fortemente addomesticato dalle moderne tecniche di influenza delle opinioni delle masse; certo, la disinformazione può indurre la gente a pensare anche con sincera convinzione anche cose palesemente irreali fino a votare per pacifisti che hanno alimentato apertamente la guerra; certo, i molteplici impegni lavorativi e familiari, anche finti, possono portare le masse a disinteressarsi del proprio stesso futuro e non votare, ma vedere numerosi cittadini prestarsi a messinscena pacifisti promossi dagli stessi che fino a ieri erano fieri sostenitori della “difesa” evidentemente impossibile di una nazione invasa, ha del preoccupante; se la capacità di ricordare fatti anche così recenti è così modesta e si aggiunge alle già dette debolezze della democrazia e del suffragio universale, vuole dire che abbiamo una parte di popolo assolutamente incapace di sapere cosa volere e di cacciare dai Palazzi le componenti più cialtrone.
Cioè queste marce dimostrano che esiste una parte di popolazione incapace di gestire la propria democrazia e il proprio potere sovrano. Ed è cosa amarissima.
Ma tutto ciò è solo un diversivo per prendere tempo in attesa delle elezioni americane; se dagli Usa dovesse arrivare un cambio di passo che questa volta è più difficile da falsificare moltissime cose cambierebbero immediatamente in Italia; e se il nostro governo fosse ben consigliato potrebbe svolgere un ruolo di primissimo piano nel far terminare la guerra molto presto.
Canio Trione