La BCE in primo piano

La BCE ha aumentato i tassi di interesse e la borsa l’ha presa male.

Lo sapevano che poteva accadere? Si, certamente e molto probabilmente hanno preso delle precauzioni senza le quali la correzione sarebbe stata maggiore. Quali precauzioni? Annunciarlo prima in modo che i gestori si preparino ad intervenire con gli acquisti nei momenti di ribasso più pronunciato.

Potevano agire diversamente? No, i manuali parlano chiaro e una inflazione che si riteneva potesse essere transitoria ha superato ogni soglia accettabile e quindi va contrastata. Lo sanno fare solo aumentando i tassi e così fanno. Pur sapendo di far male ai mercati azionari ed obbligazionari.

Che accade all’economia reale? I risparmiatori e l produttori (sia PMI, sia imprese maggiori, sia lavoratori, sia paesi terzi fuori dall’Europa) soffriranno. Danni ulteriormente aggravati dalla ulteriore burocratizzazione dell’economia connessa con un maggiore uso della moneta elettronica (e più in generale la digitalizzazione della PA e del fisco) sia dal minore impiego del contante sia con l’annullamento di ogni altro tipo di pagamento.

Quindi si tratta di un percorso obbligato per il 99% degli economisti. Che non sanno fare diversamente.  Come nel 29 dopo i crolli di borsa gli economisti suggerivano al Presidente degli Usa di non intervenire perché il mercato si sarebbe corretto da solo (e sbagliavano come si è poi dimostrato), così accade oggi, la dottrina si è messa in un vicolo cieco e non sa uscirne. Probabilmente. Come detto, i banchieri centrali hanno pubblicamente allertato i risparmiatori e i gestori dei grandi patrimoni per farli intervenire acquistando titoli quando il mercato si fa più sottile e così con relativamente poco impegno dare segnali di contrasto al crollo per arginare o evitare il panico. Così assisteremo ad alcuni rimbalzi che allungheranno i tempi di risposta dei mercati. Ma il trend rimane negativo se non catastrofico.

Cosa possono fare i governi? Cambiare drasticamente concezione e politica economica ma non lo sanno fare e quindi non presteranno attenzione a suggerimenti innovativi.

L’aumento dei tassi e più in generale la stretta creditizia sarà efficace? No, né subito, né in un secondo momento. Solo un drastico ridimensionamento del prezzo dell’energia e del fisco (oltre a tante altre possibili misure) potrebbero fermare l’inflazione ma gli interessi in ballo sono tali che nessuno si muoverà. E tanto meno per scopi solidaristici come quelli antinflazionistici.

Il nostro governo cui l’elettorato aveva dato mandato di cambiare molto ha scelto di continuare nel solco già delineato dal precedente governo. Almeno così sembra. Sapendo, forse, che questo governo sta facendo il lavoro sporco di gestione della fase discendente ovviamente successiva a quella espansiva che Draghi ha dovuto realizzare per contrastare la deflazione successiva alla grande crisi della fine del primo decennio del millennio.

Forse è questa la vera ragione dell’esistenza del governo di destra? Fargli gestire i disastri che la politica restrittiva produrrà? Con imposizioni come il limite all’uso del contante ulteriormente restrittive? Sembra proprio di si.

È come se esistesse una regia internazionale che ha detto alla Meloni: va bene puoi governare ma dentro questi binari. Regia che non poteva non sapere che si dovevano alzare i tassi e produrre recessione. Quindi o il governo Meloni riesce a governare la situazione e quindi entra nelle grazie di questa regia oppure no, e quindi apre la strada al ritorno fra non più di due anni a un governo tecnico e cioè le sinistre. Cioè a quella regia andrà bene comunque.

Ma è mai possibile? pure nei discorsi nei bar è questo che si vocifera!

Canio Trione