Il Re Sole governa ancora
Per tutta l’era di Draghi alla BCE i titoli di debito pubblico (che vengono emessi a 100 euro dagli stati sovrani) furono comperati dalla Banca Centrale pagandoli fino a 130; chi fece questo bell’affare? le banche private che li detenevano e che volevano venderli. Serviva, si disse, a contrastare la deflazione e portare un po’di salutare inflazione ma si regalarono di fatto miliardi alle banche dimenticando l’economia reale che continuava a lottare per pagare le tasse e superare la deflazione. Banche private beneficiate che sapevano che quei titoli non valevano così tanto e che solo la BCE avrebbe comperato a prezzi così elevati.
Si ottenne il risultato di avviare una fase espansiva? No.
Poi, per ragioni non ancora interamente chiare, i prezzi energetici sono esplosi facendo salire tutti gli altri prezzi. È questa l’inflazione che si voleva? Certamente no, ma così la chiamano e per tale viene considerata; quindi i tassi di interesse sono stati rincarati dalla BCE.
Adesso per fermare l’inflazione la BCE decide anche di vendere i titoli così generosamente comperati (è contro la prassi e la logica, ma dice che lo farà). Lo farà ai prezzi attuali cioè attorno a settanta! Cioè venderà a settanta quello che ha comperato a centotrenta! Lo farà sapendo che l’acquirente ha due vantaggi certi: incasso di cento euro alla scadenza del titolo e percezione di più del quattro per cento annuo per tutto il tempo che si deve attendere fino alla scadenza.
Cioè la stessa banca privata ha comprato in emissione a cento, ha venduto a centotrenta dopo alcuni mesi e adesso ricompra lo stesso titolo a settanta per avere fra qualche anno cento e fino ad allora un bell’interesse (il tutto pagato dai contribuenti). La BCE acquista con soldi “nuovi” e quindi non frutto del lavoro, quindi assimilabili a quelli falsi, ma con il crisma della ufficialità e quindi per legge accettati da artigiani e industriali, commercianti e agricoltori cioè dall’economia reale come fossero veri. Economia reale che per avere quei soldi deve alzarsi presto la mattina e non avere nessuna certezza di riuscire a vendere il risultato del proprio lavoro. Quando poi questi artigiani e commercianti andranno in una banca privata a chiedere un prestito gli si dirà che la banca prende il quattro per cento di interessi annui dai titoli pubblici perché deve prestare a loro a meno del cinque? Rimediando la beffa oltre l’ingiuria e vedendosi accrescere i costi finanziari oltre che energetici… cioè esattamente l’inverso di quello che serve. Mentre il sistema delle banche si gonfia oltre ogni immaginazione senza rischi né lavoro.
Si riuscirà a combattere l’inflazione manovrando i tassi di interesse e la liquidità in circolazione? Certamente no; anche se molti degli “economisti” di casa nostra si schierano con la BCE e contro il nostro interesse nazionale e la stessa logica. I prezzi troppo elevati dell’energia probabilmente saranno calmierati in funzione antinflazionistica dalle nuove produzioni e se le imprese saranno aiutate con qualche elargizione (i bonus) queste andranno ad accrescere il debito pubblico e si dirà che l’inflazione sarà scesa, ma non lo sarà per merito della BCE che invece sta mandando l’economia in recessione, ma dell’aumento delle produzioni di energia.
Una BCE che lavora solo per produrre profitti alle banche private mancando clamorosamente i propri compiti di contrasto alla inflazione è uno dei maggiori malfunzionamenti dell’Europa. Dire però solo che il suo comportamento danneggerà l’Italia per il rincaro del costo del nostro debito significa fare una considerazione da economia interna ma perde di vista il dramma sistemico descritto. Un Paese fondatore della UE deve guardare, oltre al proprio interesse nazionale, quello dell’intera Europa e quindi anche al malfunzionamento complessivo delle istituzioni comunitarie. Malfunzionamento che non è dato da volontà di danneggiarci (così vogliamo credere) ma semplicemente perché non sanno come fare!
Tanti anni fa, quando si usava l’oro per pagare qualunque cosa, la monarchia francese -il Re Sole incluso- per comperare il consenso dei potenti di allora si era fortemente e crescentemente indebitata. Ma non si creò inflazione, né l’economia si riprendeva perché la gente comune (oggi si direbbe: l’economia reale) non beneficiava di quella spesa pubblica, anzi, pagava tasse a più non posso. I ricchi e potenti invece accrescevano le loro ricchezze che utilizzavano per controllare ognuno il proprio feudo; e si finì nella rivoluzione francese.
Oggi si ricade nella stessa identica situazione: i potenti fuori dalle Istituzioni accrescono il loro potere inducendo Banche Centrali e governi a operare a loro favore (sono “troppo grandi per fallire”) mentre gli stati sono sempre sul punto di implodere; il monarca onnipotente di oggi, il Presidente della BCE (guarda caso francese), distribuisce vantaggi agli amici potenti (ognuno dei quali controlla una fetta del mercato) mentre l’economia reale arranca ed è vieppiù vessata proprio da quelli. Vessazione che adesso come allora è perfettamente legale (cioè aderente alle leggi vigenti) e realizzata con i servi e le tecnologie disponibili. Due secoli passati inutilmente: l’arroganza suicida di allora è sempre al governo!
Come finirà?
Canio Trione