La zoomafia va in Commissione…

Fu per noi motivo di orgoglio personale quando nel 2008 il vocabolario italiano della Zanichelli, lo Zingarelli, inserì tra i neologismi la parola “zoomafia”: “settore della mafia che gestisce attività illegali legate al traffico o allo sfruttamento degli animali”. Non capita tutti i giorni di inventare un neologismo che diventa parola ufficiale del vocabolario…

Ma il varo di tale parola risale al 1996 quando la coniammo per indicare “lo sfruttamento degli animali per ragioni economiche, di controllo sociale, di dominio territoriale, da parte di persone, singole o associate, appartenenti a cosche mafiose o a clan camorristici”.

Martedì scorso, in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati, è stato approvato un emendamento dell’onorevole Angelo Bonelli (Verdi) alla proposta di Legge istituiva della nuova “Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati”, che consentirebbe per la prima volta alla Commissione anche di “indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle zoomafie, nonché verificare la corretta applicazione del Titolo IX bis del codice penale”.

Si tratta di un provvedimento storico, che speriamo venga approvato definitivamente. E non possiamo non pensare che tutto nasce dalla nostra caparbia volontà di analizzare un fenomeno criminale mai indagato appieno precedentemente.

Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, truffe nell’ippica, business illegale dei canili, contrabbando di fauna e bracconaggio organizzato: sono solo alcune delle forme di maltrattamento organizzato di animali che, spesso, hanno forti connessioni con la criminalità organizzata.

I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come la LAV denuncia da decenni con il Rapporto Zoomafia, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. Le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa, composita, articolata e con capacità di tessere rapporti collusivi con apparati della pubblica amministrazione. Si pensi a quanto emerso dalle indagini sul business canili, sul traffico di cuccioli o sul controllo dei pascoli: appartenenti alla pubblica amministrazione infedeli che prestavano servigi e favori a gruppi criminali dediti a tali traffici. Si sbaglia se si pensa che siano attività delinquenziali residuali. Se si contestualizzano alcuni fenomeni, si scopre che non sono affatto attività delinquenziali trascurabili. A livello internazionale, la criminalità organizzata dedita ai vari traffici a danno degli animali si distingue per la sua capacità di agire su scala internazionale, per il suo orientamento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Sono il simbolo, al pari delle altre mafie, della società globalizzata. Basta questo per comprendere la portata innovativa del provvedimento che, se approvato definitivamente, consentirebbe per la prima volta ad una Commissione parlamentare di indagare su un fenomeno mai prima analizzato in quella sede.

Ciro Troiano