Destra e sinistra pari sono?

L’autoritarismo è un sistema di governo che la nostra civiltà politica dovrebbe lasciare definitivamente al ricordo delle brutture dei secolo breve con il quale si è chiuso molto malamente il secondo millennio cristiano.

La sinistra consumistica prima, mondialista poi, è quindi divenuta convinta scendiletto dei poteri forti nazionali e internazionali; in questa maniera non esprime in nessuna misura il diffuso sentimento di insoddisfazione e precarietà che caratterizza questa fase storica e quindi questa intera parte politica va sostituita da una idea e un metodo di governo nuovi. Tutte cose di cui se ne sono accorti pure loro ma non immaginando una idea e un metodo diverso cominciano col cambiare nome. A questa sinistra così sollecita verso gli interessi avversi a quelli della gente, cosa si contrappone?

La destra del futuro che vorrebbe sostituire la sinistra e che è incarnata dalle nuove generazioni cresciute all’ombra della politica priva di valori e di idee, come sarà? Non certo autoritaria. Se scoprissimo che alla crisi mortale di identità della sinistra si vuole contrapporre una prassi autoritaria altro non sarebbe che un’altra crisi di identità; questa volta della destra! Peraltro appoggiarsi al sostegno dei Poteri Forti, chiunque lo faccia, è una errata scorciatoia per attribuirsi un potere che di fatto non si ha; allo stesso modo l’autoritarismo è una scorciatoia che vorrebbe nascondere la mancanza di idee condivise. Quindi ci si dovrebbe chiedere come deve essere o come è la destra che la gente vuole.

È il momento della filosofia.

I valori fondanti della nostra civiltà che la sinistra ha cercato di farci dimenticare e che vanno riletti alla luce della profonda evoluzione che il mondo ha subito negli ultimi decenni e secoli sono stati molto bene accennati nei loro aspetti economici e politici dalla Chiesa nella sua enciclica Rerum Novarum; ormai più di un secolo fa! In essa sono autorevolmente propugnati dei principi di civiltà inalienabili condensabili in due pilastri fondamentali: nel ruolo del diritto naturale come intangibile regola della convivenza umana e quindi inossidabile limite degli appetiti di ognuno, dei cittadini come di ognuno dei potenti; che poi si è materializzato in quello che oggi chiamiamo stato di diritto.. E la collaborazione come stella polare che deve guidare la vita economica delle collettività. Quella Enciclica che -pur imperfettamente e parzialmente applicata- ha prodotto mirabili risultati, adesso va ripensata su di una scala globale; cioè si devono rendere attuali quei valori fondanti, rielaborandoli.

Una economia che è fondata sulla contrapposizione tra cittadini come regola fondante è destinata alla implosione. Che questa contrapposizione sia di classe o addirittura dello stato burocrate ed esattore che insegue e perseguita il cittadino che lo sostiene e lo compone e lo legittima non cambia molto. Se poi la lotta si ingaggia tra piccola impresa e grande multinazionale produrremo la fine dell’una e dell’altra. La guerra interna, quale che sia, non può produrre che macerie. Ecco l’esigenza di avere una cultura di governo collaborativa per percorrere i sentieri condivisi che portino ad una vera rifondazione del modello economico e politico. Un sistema come l’attuale che produce inquinamento e precarietà, esclusione e insensata accumulazione, disumanizzazione e nuovi autoritarismi nonché pandemie croniche e guerre diffuse e croniche anch’esse,.. non va, è un suicidio perché in una società deve prevalere la collaborazione e non la contrapposizione.

Questo sistema visibilmente fallito va rifondato… e subito.

I valori detti producono una feconda saldatura tra ciò che di meglio ci insegna il passato e il superamento del profondo fosso in cui siamo caduti. Saldatura tra quelli che sono in permanente conflitto aperto o nascosto: tra forti e deboli, pubblico e privato, chiesa e laicità, Chiese tra di loro, finanza e economia reale, pagatori di tasse e percettori di tasse.Tutte categorie consapevolmente sull’orlo della implosione di ognuna di esse e di tutte assieme.

Questo pensiero e questa prassi si chiede a quella parte politica che voglia fungere da alternativa della sinistra implosa oggi una seconda volta dopo quella del 1989; implosa proprio perché portatrice di contrapposizione e non di collaborazione.

Purtroppo ancora non si legge una chiara ispirazione filosofica di questo livello e cominciamo a temere il peggio…

Canio Trione