Internet in blocco. Anzi no

In rapida successione abbiamo subito il blocco della posta di Virgilio e Libero per ben una settimana e poi un attacco hacker che prima ci dicono massiccio e poi invece derubricato in lieve. Gli effetti si sono sentiti in molte parti del mondo. I media maggiori sono arrivati a smentire se stessi, allarmando tardi e poi sminuendo; ma come sono andate veramente le cose? Tocca a noi fare uno sforzo aggiuntivo per capire ed imparare da quello che non ci dicono schiettamente.

Se è vero che in entrambi i casi non si tratta di un attacco proveniente da nemici malvagi ed attrezzati ma di semplici ragazzini in cerca di facili guadagni chissà che danni può produrre un attacco concertato per fermare le nostre strutture internet. I disservizi subiti in questi casi che non sono né unici, né nuovi, sono evidentemente un assaggio minimo di quello che può accadere in caso di compromissione anche di piccole parti della nostra struttura operativa delle telecomunicazioni e di internet.

Peraltro l’intera macchina bellica del futuro che si sta provando “sul campo” nelle numerose guerre recenti e in corso, affida tutta la propria efficacia alle tecnologie e quindi nella neutralizzazione di queste ultime si misurerà la efficacia delle future strategie militari. Un pallone tecnologico –ad esempio- che vaga nei cieli degli Stati Uniti non farebbe paura e nessuno avrebbe pensato di disturbare il Presidente e, addirittura, abbatterlo con l’impiego di modernissima tecnologia, se non fosse possibile che avesse dentro di se le peggiori diavolerie immaginabili. Quindi nei convincimenti degli strateghi planetari la tecnologia prima di ogni altra cosa è l’arma per eccellenza di cui avere paura in ogni futuro conflitto. Il controllo del mare ha permesso in passato la creazione degli imperi coloniali, il controllo dell’aria ha consentito di combattere contemporaneamente in ogni dove, il controllo dell’etere permette di controllare le menti di ognuno (e quindi ogni elezione) ma anche di fermare le armi altrui: dalle navi in mezzo al mare, ai missili lanciati da lontanissimo, agli aerei, ai droni, alle comunicazioni dei politici e militari, alle transazioni finanziarie. Cioè la tecnologia è di gran lunga più forte ed efficace delle armi nucleari.
In questa ottica aver affidato il nostro presente, la memoria del nostro passato e l’intero futuro alla “nuvola” con cui operare e cui affidare pensiero e lavoro, affetti e programmi si sta rivelando una immensa leggerezza infantile. Né si sa cosa fare se questi marchingegni dovessero incepparsi per più di qualche settimana. I nostri soldi incautamente ammassati nei computer delle banche come potremo utilizzarli? O dovremo attendere che qualche oscuro super tecnico li riesumi? E perché dovrebbe farlo? Oppure, accusando quei cattivoni dei nostri nemici, ci negheranno per sempre il diritto a vederceli restituiti? E la volontà di abolire il contante non nasconde forse un desiderio o possibilità del genere? Ci fermiamo qui per non allarmare oltre.

La digitalizzazione fatta in questa maniera altamente centralizzata è un modo per negare al singolo cittadino i diritti più elementari della vita di tutti i giorni e il Diritto di sempre e per sempre come quello della proprietà privata.
Qualcuno dei potenti e dei grandi pensatori dovrà pure accorgersene!! O sono tutti dalla parte avversa a quella della gente comune?

Canio Trione