Un Paese. Due scuole
Esistono due Italie con gli ormai “consueti” divari territoriali. Un bambino di Napoli, o che vive nel Mezzogiorno, frequenta la scuola primaria per una media annua di 200 ore in meno rispetto al suo coetaneo che cresce nel centro-nord, cosa che coincide, di fatto, con un anno di scuola persa per il bambino del sud. E’ quanto è emreso dall’incontro che Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha promosso insieme con l ‘Altra Napoli onlus.
Purtroppo solo il 18% degli studenti meridionali accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Il crollo degli investimenti in 10 anni al Sud è stato del 30%.
Il tempo pieno manca perchè mancano i servizi mensa, triste constatazione che viene confermata dai dati Svimez in base ai quali nel Mezzogiorno, circa 650 mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. In Campania se ne contano 200 mila (87%), in Sicilia 184 mila (88%), in Puglia 100 mila (65%), in Calabria 60 mila (80%). Nel Centro-Nord, gli studenti senza mensa sono 700 mila, il 46% del totale.
La Basilicata (48%) è l’unica regione del Sud -per quanto riguarda il servizio mensa-con valori prossimi a quelli del Nord. Bassi i valori di Umbria (28%) e Marche (30%), molto bassi quelli di Molise (8%) e Sicilia (10%).
Nel mezzogiorno anche avere una palestra diventa un sogno da realizzare infatti, sempre in base ai dati Svimez, 550 mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano scuole dotate di una palestra.
Solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre, mentre registrano un netto ritardo la Campania (170 mila allievi privi del servizio, 73% del totale), la Sicilia (170 mila, 81%), la Calabria (65 mila, 83%).
Nel Centro-Nord, gli allievi della primaria senza palestra, invece, raggiungono il 54%. Analogamente, il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; la stessa percentuale che si registra nella scuola secondaria di primo grado.
Inoltre, esaminando il rapporto tra spesa e studenti, risulta uno scarto sfavorevole al Sud, dove la spesa per studente è di circa 100 euro annui inferiore rispetto al resto del Paese. Lo scarto aumenta se si considera il solo comparto della scuola, con una spesa per studente di 6.025 euro al Sud contro un valore di 6.395 nel Centro-Nord. Lo scarto è ancora più significativo se si guarda alla sola spesa per investimenti: 34,6 contro 51 euro per studente
In un periodo in cui si parla di autonomie differenziate, in realtà urge investire a Sud con progetti che ridiano la giusta centralità alla scuola mediante i fondi del PNRR che sono assolutamente un’opportunità da non perdere.
Antonella Crese