Auto elettrica salvezza o condanna agli inferi?

Più andiamo avanti e più si parla di auto ibride (già immesse a pieno sul mercato) e di auto full electric. Queste ultime in particolare, sono sempre più oggetto di discussione. C’è chi difende a spada tratta l’auto elettrica e i suoi vantaggi, e chi al contrario sostiene la poca utilità di questo tipo di automobile nella realtà dei fatti.

Cercando di analizzare in maniera obiettiva la situazione attuale per poi trarre le conclusioni e mettendo a confronto auto a diesel/benzina con auto elettriche, quale risulterà essere meglio nella realtà?

I motori diesel/benzina negli ultimi anni hanno fatto passi da gigante, abbattendo di parecchio i consumi effettivi, e conseguentemente le spese. Poi è arrivato il caro carburante. Ma l’auto elettrica come se la cava?

Da questo punto di vista l’auto elettrica ha del miracoloso. Permette di percorrere 100 Km con circa 2-3€ di spesa. In media, meno della metà della spesa che richiede un motore diesel/benzina. Punto di gran lunga a favore dell’auto elettrica.

Ma iniziando a parlare di autonomia, cominciano i guai per le auto elettriche. Attualmente, l’autonomia media delle auto elettriche è di circa 120-150 Km, contro una media di 900 Km delle auto diesel / benzina.

Molti sostengono che la scarsa autonomia sia un falso problema, perché nella quotidianità è difficile percorrere più di 100 Km in un solo giorno, quindi non ci sono problemi legati al rischio di rimanere “a secco”. Ma è proprio così?

Percorrere 100 Km in un solo giorno non è un’impresa così difficile da compiere, e diverse persone per lavoro sono costrette a percorrere quotidianamente parecchia strada. Proprio queste persone avrebbero bisogno di un mezzo che consenta loro di viaggiare contenendo i consumi e le spese, e l’auto elettrica sarebbe perfetta, se non fosse proprio per il limite di autonomia.

Tanto più che i chilometri di autonomia sono molto indicativi e risentono dell’utilizzo degli strumenti dell’auto stessa, come ad esempio il climatizzatore che finisce con l’assorbire parecchia dell’energia contenuta nelle batterie.

Il problema forse non è tanto nell’autonomia dichiarata, quanto più nella certezza di poter percorrere quei già pochi chilometri, senza rischio di rimanere a piedi, in una zona priva di colonnine per la ricarica, e senza la possibilità di poter chiedere ad alcuno di infilare la spina in una presa da qualche parte.

Nel caso dei bus a lunga percorrenza esiste un problema ulteriore.

Oggi il tempo di percorrenza, per esempio, da Bari a Cascia è di circa 8 ore, considerando le strade interrotte ancora dai tempi del terremoto di Amatrice.

Parliamo di alimentazione a gasolio.

Se si dovesse utilizzare un bus elettrico, la sua batteria ha, a tutt’oggi, una durata massima di 300 km. Ed un tempo di ricarica di circa tre ore.

In pratica si dovrebbe arrivare a Pescara fermarsi per tre ore e poi ripartire. Arrivare quasi nei pressi di Cascia e fermarsi per altre tre ore.

Per i pellegrini, cosa comporterebbero queste sei ore di pausa forzata?

Va bene che è un pellegrinaggio. Ma con questa tempistica diventerebbe un calvario.

Tornando alle vetture, il rifornimento per le auto diesel/benzina come sappiamo tutti, non è un problema. Il carburante costa di più ma è facile trovare un distributore dove rifornirsi. Per l’auto elettrica la situazione è diversa: se anche è vero che l’auto elettrica può essere tranquillamente ricaricata in casa senza dover subire la fila al distributore o essere costretti a ricordarsi di fare il pieno il sabato mattina perché poi i distributori chiudono (questo nel caso delle auto a GPL), è anche vero che in giro le colonnine per la ricarica delle batterie sono a dir poco scarse e difficili da trovare.

È un problema sulla buona strada per la risoluzione, in giro infatti si vedono sempre più colonnine dedicate alla ricarica dei mezzi elettrici. Nonostante tutto però, siamo ancora lontani dall’avere la comodità e la reperibilità dei distributori comuni.

La semplicità di ricarica in casa poi, è un argomento alquanto fumoso: non sempre ci sono le condizioni per ricaricare in tempi accettabili un’auto elettrica. Il comune impianto elettrico di un’abitazione non sempre riesce a sopperire all’energia di cui necessita la batteria, se contemporaneamente si utilizzano altri apparecchi elettrici e i tempi di ricarica si dilatano di parecchio. Un problema questo, che si risolve caricando l’auto di notte quando si presuppone che la casa assorba meno energia. E se si abita su un attico? Non si è pensato ancora alla possibilità di portarsi la vettura in casa, piegandola su se stessa, magari.

In ogni caso, esiste anche la possibilità che i fili elettrici non reggano la tensione, e le possibilità di corto circuito sono sempre dietro l’angolo, soprattutto per impianti elettrici datati. La soluzione può essere quella di acquistare batterie o generatori supplementari, ma in questo modo si vanno ad aumentare i costi effettivi relativi al consumo, e bisogna rivedere un po’ i conti.

L’auto elettrica costa di più. Questo è un dato di fatto, e non c’è molto altro da dire. A parità di automobile, la versione elettrica costa da 10.000 a 15.000€ in più rispetto alla versione benzina/diesel, e per ammortizzare una differenza di costi così alta, bisogna veramente utilizzarla tanto! Facendo due rapidi conti, percorrendo 50.000 Km l’anno (un’enormità) ci vorrebbero 10 anni per ammortizzare l’alto costo iniziale.

Ora, 50.000 Km l’anno sono davvero tanti ed è difficile che in soli 10 anni si riesca davvero ad ammortizzare la differenza di costo di un’auto elettrica, senza tener conto dei costi legati alla manutenzione delle batterie e all’eventuale sostituzione delle stesse, cosa che in 10 anni può tranquillamente succedere.

Insomma, conviene o non conviene quest’auto elettrica?

È indubbio che ci sono tanti aspetti, economici e non, che fanno pendere l’ago della bilancia ancora verso il “vecchio” motore a benzina o diesel.

Federico Rampini, editorialista del Corriere della Sera, da tanti anni negli Stati Uniti, afferma che gli ultrà dell’ambientalismo risiedono in California. Gli accademici californiani stanno lanciando una campagna contro l’auto elettrica, dicendo che essa non è affatto a zero emissioni e inquina tantissimo, per via di tutti i minerali e le terre rare che si devono estrarre per costruirne una. L’auto elettrica è il demonio, è partita una nuova crociata.

Ora chi glielo dice ai vertici europei che hanno deciso lo stop della produzione di auto ad idrocarburi dal 2035, in favore dello sviluppo del mercato delle vetture elettriche?

Pare che Salvini abbia detto che ci pensa lui.

Giuseppe Romito