L’incontro indesiderato da Joe Biden… e mancato da Giorgia Meloni a Kiev

Anche se ben camuffato, l’inseguimento di Giorgia Meloni a Joe Biden a Kiev ha fornito agli Italiani alcuni indizi per capire se i post-fascisti ritornati in posizione egemone al governo del Paese lo porteranno, rinverdendo i funesti allori dei loro camerati del 1940 (ma questa volta in servile acquiescenza allo zio Sam)  alla catastrofe di una terza guerra mondiale o faranno, come si dice in gergo sportivo, la classica “palla corta”.

Il mancato incontro, infatti, più che la tenacia volontà filo-atlantica e americano-fila della Presidente del Consiglio italiana ha messo in luce  l’abilità del Presidente Statunitense nell’evitarlo.

La domanda da porsi allora è: perché il guerrafondaio Biden, esecutore inflessibile delle indicazioni del Deep State (CIA,FBI,PENTAGONO) ha inteso sottrarsi all’abbraccio della bellicosa Meloni?

Risposta probabile: non sarà stato perché,  preoccupato dai palloni cinesi vaganti nel cielo amrericano, dai rapporti di Xi Jing con Putin, dallo spettro dell’occupazione di Taiwan e dall’annunciata opera di mediazione per la pace del Presidente cinese, dalle minacce forsennate ma temibili del despota di Pyongyang, Biden abbia pensato di andare in una Kiev, stranamente risparmata da bombe e missili russi, per indurre a più miti consigli il “barricadero” Zelensky? E che abbia visto, quindi, nella presenza contemporanea della Meloni un’involontaria opera di disturbo?

Una missione, come quella così immaginata di Biden, non poteva che essere “solitaria” e “ben nascosta”.

A fare bene sperare gli Italiani su un revirement dell’ardita “giovane italiana” (un po’ in ritardo sui tempi) vi sono anche altri elementi.

Lega e Forza Italia (quest’ultima pur con un Ministro degli Esteri che si preoccupa di non farci rimpiangere il suo predecessore) hanno cominciato a prendere le distanze dai loro “camerati di cordata” e temono che i jet per bombardare i russi forniti dall’Italia non siano un’idea gradita alla maggioranza degli Italiani, sempre meno convinti che il volto “mascellato” e non proprio rassicurante di Guido Crosetto li porti a una vittoria “parola d’ordine d’una suprema volontà”.

In più il guitto Zelensky, pure essendo più moderato del nostro Grillo nell’uso dei “vaffa” non ha risparmiato proprio quel Silvio Berlusconi che è alleato della Meloni che gli ha sfilato la leadershipdella coalizione di centro destra.

Infine, sono alle porte le elezioni europee con il sistema proporzionale di votazione e qualcuno, oltre Giuseppe Conte (non amato per il suo reddito di cittadinanza) dovrà chiedersi perché alle ultime votazioni regionali sia cresciuto così tanto l’astensionismo degli Italiani.

Luigi Mazzella