Il primo compleanno di guerra. Sarà l’ultimo?
Dopo un anno di guerra il buio rimane fitto e apparentemente impenetrabile. Sembra però che sotto il pelo dell’acqua qualcosa si muova ma nulla che possa fare sperare in uno spirito collaborativo tra le maggiori potenze globali.
Gli Usa dopo aver garantito con l’ombrello militare della Nato la rinascita della potenza economica tedesca non gradiscono di essere superati o ignorati dagli sconfitti della seconda guerra mondiale. L’aver consentito e protetto il grande spazio economico chiamato UE (nel quale le grandi imprese tedesche hanno liberamente venduto auto come concimi, prodotti chimici e quelli finanziari, elettrodomestici e birra facendo lavorare per loro milioni di persone ed utilizzando a favore delle imprese tedesche il risparmio che si è prodotto in ogni dove impoverendo decine di staterelli…) non può tradursi in un suicidio geopolitico americano. Ecco che infrastrutture come il gasdotto baltico che arricchisce contemporaneamente Russia e UE, non andava bene. Quindi l’attentato è americano? Non lo sappiamo, ma sappiamo che i vantaggi della sua operatività sarebbero stati d’altri che non delle imprese americane del settore energetico e finanziario che potrebbero essere state esse a prendere l’iniziativa… certo è che in questo clima di violenza i popoli sono totalmente ignorati quando non macellati.
Anche la Russia che è stata salvata più volte dal disastro (come nella crisi del 1998) a suon di miliardi di dollari americani dovrebbe esserne grata…e invece?
E che dire della Cina che deve tutta la sua potenza al fiume di investimenti e di acquisti occidentali? la gratitudine dov’è?
Gli Usa o il loro Deep State non possono che sentirsi amareggiati.
Quindi hanno ragione loro? O no?
Come se ne esce?
È evidente che dopo la fine dell’Unione Sovietica e quindi dell’assetto stabilito a Yalta, non era automatico e scontato che si passasse ad un mondo con un pensiero unico e condiviso come si è creduto. Il neoliberismo come è stato concepito dai neomonetaristi non poteva non favorire la formazione di “aziende” di gran lunga più forti della stragrande maggioranza degli stati del mondo ed ampiamente in grado di influenzare la politica di TUTTI i governi fino nei più elementari dettagli. E questo non è un punto secondario. Tutto ciò vuole dire che all’ordine post bellico di Yalta si è sostituito un “caos liberale ” ampiamente fuori dalle regole formali che adesso va capito, conosciuto e regolato con espliciti accordi internazionali totalmente innovativi. Da chi? Qualcuno pensa che si debba essere in più a sedere a quel tavolo… Russia e Cina in primis ma anche la Germania vestita da UE, India e altri. Vi sono altri che invece pensano che gli accordi a tavolino sono possibili solo per argomenti minori mentre in questo caso il dominus che sa cosa e come fare sono solo gli Usa. Come se questo non bastasse noi italiani possiamo dire che sia nell’un caso che nell’altro nulla potrà essere stabile e duraturo se le multinazionali troppo grandi per esistere non vengano private dei loro privilegi e messe alla pari delle imprese minori statuendo la centralità dell’individuo rispetto a quella della tecnica. Chi possiede una cultura e una idealità di questa tale levatura da immaginare una geopolitica nuovissima? Cioè: in questo contesto chi e come si rappresentano i popoli? La verità è che dei popoli non se ne frega nessuno e si origina un ginepraio infinito.
Inoltre gli studiosi non hanno ancora individuato una teoria che superi il neomonetarismo e quindi il turbo capitalismo che impera con diversi nomi in Usa, Europa, Cina, Russia, India,. Turbo capitalismo a vantaggio delle mega organizzazioni aziendali legate indissolubilmente con le Istituzioni che non solo influenzano le politiche dei rispettivi governi ma anche il pensiero delle élite culturali e i media.
Le voci debolissime che possono, fuori dal coro, suggerire una nuova stagione non essendo provenienti dagli interessi maggiori sono tenute nell’ombra.
Quindi lo scenario futuro più ottimistico è la convivenza non necessariamente armata tra super potenze tra di loro ostili; quello più probabile è un lungo periodo di ostilità e di conflitti armati o finanziari, tecnologici o economici, … intesi all’altrui indebolimento… indebolimento che non potrà essere subito per sempre tacitamente come la Germania sta facendo nel caso del gasdotto esploso.
Cioè una nuova guerra fredda non più tra due poli ma multipolare.
Può vincere e sistemare le cose solo una idealità nuova non certo tecnocratica ma umanistica cosa che una volta veniva dai grandi centri di pensiero come le teologie ma di cui oggi non si vede neanche l’ombra.
Questo significa che il peggio deve ancora venire e che la insostenibilità dell’attuale assetto evidenziato dalla Grande Crisi che prende il nome dalla Lehman si tradurrà in un lungo periodo di instabilità…o nella instaurazione di terribili dittature in ognuna e in tutte le super potenze e milioni di morti.
Canio Trione