Quanti sono gli occidentali che “pensano” anziché “credere”?
Il problema del “malgoverno” in Occidente non è determinato solo dal fatto che le “scelte” dei rappresentanti del “popolo” e dei membri del potere esecutivo nella nostra cosiddetta “democrazia” sono controllate e pilotate dalle centrali finanziarie di Wall Street e della City o da banche ad esse connesse, le uniche che hanno la capacità di sorreggere il costoso sistema elettivo. Non è un caso che in Occidente, dopo il crollo dell’Unione Sovietica (che finanziava il partito comunsta) tutti i partiti italiani, dalla sinistra dei democratici alla destra dei post-fascisti pendono dalle labbra degli anglo-americani in un intruglio di rapporti dove spie e militari (servizi segreti che sono denominati ingannevolmente “deviati”, perché in realtà assolvono ai compiti loro assegnati) hanno un ruolo predominante. Dove “vuolsi così colà dove si puote” possono dirsi “deviate” solo le autorità pubbliche che intendono fare di testa propria, credendo che il loro sia un potere reale e non “delegato”e sostanzialmente “fittizio”.
In definitiva, per fare un esempio attuale di casa nostra, si illudono gli elettori che vorrebbero un governo capace di parlare e discutere con i propri partners dell’ineluttabilità di una guerra sciagurata che minaccia di trasformarsi in un conflitto mondiale che potrebbe anche portare alla distruzione dell’intera umanità.
Nel sistema cosiddetto “democratico” occidentale, con governi che da sinistra a destra sono secondo il termine dantesco “servi”, essi non hanno altra via percorribile che l’astensione o il voto nullo. Tertium non datur.
A parte, infatti, il Movimento Cinque Stelle che, tra redditi di cittadinanza, bonus, varchi aperti all’immigrazione, guadagni illeciti consentiti a speculatori in campo sanitario (nel corso della pandemia del Cobid 19, le locupletazoni illecite hanno segnato veri “record”) e altre oscenità politiche ha interpretato il peggior modo di governare il Paese, non v’è un solo partito politico che possa offrire una sponda all’esigenza di affrontare razionalmente il problema bellico.
Anche i “cattolici” del PD e fuori di esso non danno alcun peso alle parole di Papa Francesco che è diventato una miserevole “vox clamans in deserto” in dissenso con la sua stessa Curia Romana e considerato “insensibile agli interessi dello IOR” all’industria delle armi.
Il problema da porsi allora è: esistono ancora nel terzo millennio Italiani, adusi a pensare e a riflettere (a rigore di logica), non amanti né della guerra né di forze politiche che fanno “tripli salti mortali” per mostrarla inevitabile ai loro occhi?
O, invece, come nell’intero Occidente, fideista religioso (ebraico o cristiano) e fanatico politico (fascista o comunista) quanto nessuna altra parte del Pianeta, da duemila anni le guerre rappresentano un necessario “pane quotidiano” per Wall Street, la City e il Deep State nord-americano, e i pennivendoli più richiesti e meglio pagati “sul mercato” sono i “giustificazionisti”?
E perché agli Storici con desecretazioni “pataccate” si offrono ormai solo verità fasulle?
Come mai gli abitanti della Penisola, per una sorta di psico-analitica “coazione a ripetere”, dimenticano e rivivono le stessi fasi di involuzione civile e politica in assoluta incoscienza a distanza di molti decenni di predicazione antitotalitaria?
Si tratta di un’infelicitas fati così insuperabile?
E’ proprio inevitabile che gli abitanti dello Stivale, pur sentendo di vivere oggi in una sorta di ben camuffata colonia anglo-americana, non ricordino che tale condizione di servile vassallaggio la devono alla carpabietà di un uomo, orgoglioso del suoi battaglioni “emme”, che elogiava gli eroismi, le morti sacrificali sul campo di battaglia e altre analoghe idiozie contrarie alla vita; e che nelle mani di quell’uomo dalle volitive mascelle essi furono sospinti dalle stesse condizioni di oggi: presenza esclusiva o di partiti dalle melliflue ipocrisie umanitarie e sostanzialmente inclini solo alla cura dei propri interessi economici e/o di forze politiche (fasciste o comuniste) di uguale violenza, generate dallo stessa ideologia tedesca Hegeliana, assolutista, intollerante, astratta e visionaria?
Veramente, gli Italiani (e gli Europei) per l’assenza di un pensiero non condizionato da credenze religiose o da ideologie politiche assolutistiche e intolleranti (fasciste o comuniste) non hanno scampo né dalla guerra né da una tirannia che essi, oltraggiando la dignità di quell’antico nome, chiamano democrazia?
Purtroppo la situazione è disperata e anche seria.
Anche quando gli Italiani, ingannati dalla terminologia, credono di individuare veri liberali, razionalisti, concreti e laici, incappano in seguaci della teutonica cultura idealistica.
Da scholari di Giovanni Gentile o di Benedetto Croce riescono a essere soltanto, rispettivamente, fascisti e comunisti ben truccati.
La mancanza di pensiero libero, volto concretamente alla conoscenza empiristica e all’uso della ragione, domina nella penisola ancora oggi: gli amanti del raziocinio che vorrebbero pensare con le proprie facoltà intellettive sono costretti a soffrire per le favolistiche “credenze” altrui, diffuse da parte degli imbonitori di fedi e di fanatismi e produttrici di mera “propaganda”.
Luigi Mazzella