Avalon. La pièce

“Avalon” è il titolo della pièce teatrale rappresentata dalla “Compagnia del Tempo Relativo” la sera del 2 marzo scorso al Teatro Sociale di Canicattì in provincia di Agrigento. Scritta a quattro mani dalla regista della Compagnia Lella Falzone e da Angelo Lo Verme, la pièce si può ascrivere al genere distopico. Il titolo trae chiaramente ispirazione dalla leggendaria isola di Avalon, che studiosi farebbero coincidere con Glastonbury Tor, una collina che si trova nell’omonima città inglese della contea del Somerset e che un tempo era circondata dal mare, dove sarebbe sepolto il mitico re Artù. Avalon è considerata la sede dell’Altro Mondo, una sorta di “Isola dei Beati”, probabilmente perché nella lingua bretone aval significa mela che nella tradizione druidica è, appunto, un frutto collegato all’esistenza ultraterrena.

  Tornando alla Avalon della pièce, essa è un luogo immaginifico situato geograficamente in una zona indistinta del nostro pianeta e temporalmente nell’anno 2157. Località che il genere umano ripopola dopo la disastrosa Terza guerra Mondiale combattuta con armi nucleari. I sopravvissuti di questa catastrofe nucleare, per scongiurare un’altra guerra che probabilmente avrebbe annientato ogni forma di vita sulla Terra, concepiscono una società rigidamente controllata da un potere tirannico onnipresente. Esso, gradualmente, con l’ausilio di efficienti androidi e con l’utilizzo di farmaci somministrati alla popolazione, e con l’innesto sottocutaneo di particolari microchip fin dalla più tenera età e un subdolo indottrinamento basato sull’abolizione di determinati vocaboli, tende a sopprimere le emozioni e il libero arbitrio dell’uomo: peculiarità considerate da siffatto governo la causa dei conflitti sociali e delle guerre.     

  Prima viene abolita la parola musica; poi le parole pensione, speranza, sogno, amore e così via tutti quei lemmi del vocabolario universale che evocano emozioni e sentimenti. In tal modo emerge un sistema allucinante che riduce le persone a spenti automi capaci solo di obbedire ciecamente agli ordini del loro subdolo governo, che attraverso dei test si arroga finanche il diritto di selezionare le coppie maggiormente compatibili fra loro, secondo il programma “happy family”, per farli sposare, riprodurre come animali da allevamento, imporgli lavori utili per il mantenimento di simile società e di determinarne il fine vita quando diventano un peso per essa avviandoli ai programmi chiamati con  romantico eufemismo “happy and”. Insomma, il regime, attraverso i suoi algidi e disumani precetti, mostra ogni giorno di più il suo vero volto: quello del classico rimedio che si rivela peggiore del male che vorrebbe prevenire.

  Infatti, non tutta la popolazione accetta di sottostare ad un sistema così tanto repressivo e disumanizzante. C’è chi si ribella ad esso, conducendo una dura e povera esistenza da clandestini, esposti costantemente al rischio di venire catturati e lobotomizzati con particolari scariche elettriche, o anche assassinati dagli spietati e ben equipaggiati poliziotti al servizio del sistema, sempre coadiuvati da avveniristici robot e droni intelligenti connessi con il SOIA, acronimo di “Sistema Operativo di Intelligenza Artificiale”. Questi ribelli preferiscono di gran lunga tale vita da reietti e rischiare ogni giorno la vita pur di rimanere liberi di amare, di provare emozioni, di ascoltare musica, di leggere i libri proibiti e di combattere per la loro libertà con atti di sabotaggio ai moderni sistemi informatici del SOIA e disattivare in tal modo tutti i marchingegni anti-ribelli. Il governo definisce sprezzantemente con la parola “Invisibili” gli eversivi che intendono insidiare siffatto ordine costituito, alludendo alla loro inesistente vita da clandestini, secondo la sua visione repressiva della società, combattendoli con ogni mezzo.

  La vita degli allineati invece è scandita ogni giorno dall’adempimento dei loro doveri nei confronti della collettività, senza mai maturare la cognizione dei loro diritti e quindi privi della capacità di rivendicare ciò che sconoscono del tutto: la libertà, l’autodeterminazione, il libero arbitrio, la speranza in un cambiamento, il sognare una vita più gratificante e persino l’amore. Ogni mattina costoro sono obbligati ad ascoltare la voce di un androide che gli pianifica la giornata e la vita. Ad esempio: “Buon giorno, oggi 23 giugno 2157, c’è una magnifica giornata e il sole splende su Avalon. Vi invito a prendere visione sul nostro sistema operativo Halley 21, dei vostri impegni lavorativi e a recarvi rapidamente nella aree prestabilite. Oggi è la giornata dedicata alla distribuzione dell’acqua potabile. Mi raccomando, controllate la vostra App che vi indica l’ora esatta in cui dovete essere al centro di distribuzione per non creare inutili assembramenti. Ricordate che alle ore 20.30 è proibito uscire dalle vostre residenze se non per casi di estrema necessità, uscita che deve essere autorizzata dalle Autorità preposte. Almanacco del giorno: oggi ricorre l’anniversario della nostra prima colonia su Marte. Un augurio va a tutti i nostri concittadini che sono stati selezionati dal SOIA in base a parametri vitali e psicologici stabiliti per colonizzare Marte. Nel nostro vocabolario universale oggi è stata cancellata la parola speranza”.

   Soltanto i ribelli, a causa di “difetti genetici”, sfuggono, purtroppo, al controllo capillare del governo, maturando in tal modo l’arroganza di rivendicare ciò che loro chiamano diritti, quando invece noi li definiamo pericolose devianze. Sì, soltanto un deprecabile e incorreggibile difetto genetico può esserci alla base di tanta perversione nel rivendicare con insolenza la piena libertà e il libero arbitrio. Il genere umano non ha la capacità di gestire saggiamente la libertà e il libero arbitrio; è come mettere pericolosamente nelle mani di un infante un oggetto fragile e prezioso: è ovvio che prima o poi lo romperà. Ci siamo convinti ormai da tempo che gli umani hanno bisogno sempre di una guida saggia che li conduce per mano come inesperti fanciulli e pensa al loro posto. Quando non avevano tale saggia guida, la loro insolenza, ve lo ricordo ancora, ha provocato l’ultimo disastroso conflitto nucleare. Così parlò SOIA a proposito dei rivoltosi agli uomini allineati in questo futuro distopico!     

 

Angelo Lo Verme