Contrasto e prevenzione dell’usura. Urge intervento legislativo

Presentato, a Bari, durante l’Assemblea della Consulta nazionale antiusura San Giovanni Paolo II il rapporto realizzato dall’Università cattolica sul “Fondo per la prevenzione dell’usura e il ruolo delle Fondazioni antiusura come enti gestori” .

Dalla ricerca è emeso che il fenomeno dell’usura nel nostro Paese è in aumento e riguarda soprattutto uomini della fascia di età compresa tra i 47 e 57 anni, (ma ci sono anche i pensionati) sposati, con famiglia numerosa che hanno un’occupazione ma con reddito basso e che, a causa di una cattiva gestione del denaro, per motivi che possono essere diversi dalla perdita del lavoro, alla cassa integrazione alla riduzione delle entrate, non riescono ad onorare i debiti contratti nei confronti di banche e finanziarie e quindi, come alternativa, finiscono per ricorrere a forme di credito illegali.

Le Asf, associazioni e fondazioni, che da anni costituiscono una fitta rete che opera nel territorio a sostegno delle famiglie in difficoltà, si prendono carico del soggetto attraverso un’attività di ascolto e di consulenza che ha come obiettivo non solo il sanare la situazione finanziaria ma anche il reinserimento sociale della persona.

La funzione svolta dalle Fondazioni antiusura è fondamentale tenendo conto che il sovraindebitamento legato all’usura porta la persona ad isolarsi e molte volte ad essere succube dell’usuraio.

Si tratta di una funzione preventiva e curativa di cui lo Stato deve maggiormente tenere conto sostenendo le associazioni antiusure con misure adeguate per combattere una piaga sociale cosi insidiosa.

Dal rapporto si evidenziano proposte per la prevenzione ed il contrasto dell’usura quali un intervento legislativo per consentire ad associazioni e fondazioni l’erogazione diretta di prestiti di piccolo importo sotto i 5000 euro utilizzando le risorse del Fondo per intercettare la necessità dei bisogni urgenti, partendo dalla constatazione che in questa area di intervento le banche e le finanziarie registrano pericolosi ritardi a causa di lunghi iter burocratici.

Altra proposta è di una ripartizione differente delle risorse complessive del Fondo che tenga meglio conto del significativo impatto che il fenomeno del sovraindebitamento ha oggi su individui e famiglie rispetto a quello prodotto sulle imprese. Attualmente il 70% dei fondi a disposizione va ai Confidi, il 30% alle Fondazioni e Associazioni ma si potrebbe riequilibrare al 50%

Altro aspetto in cui le istituzioni hanno il dovere di intervenire è quello di incentivare le persone a denunciare il fenomeno dell’usura perchè altrimenti si rischia che rimanga un fenomeno sommerso e gravoso per la società.

Antonella Cirese