Riparto, il progetto studiato per prevenire il sovraindebitamento

Si chiama Riparto il progetto, cofinanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, promosso da Movimento Consumatori APS e ACLI aps, nato per dare sostegno concreto a tutti i cittadini e alle microimprese in difficoltà economica con l’accesso gratuito ad una rete professionale di assistenza e strumenti utili per ricostruire la situazione debitoria ed individuare la strategia più efficace per risolverla.

Il progetto con lo scopo di prevenire il sovraindebitamento prevede anche di promuovere la diffusione di comportamenti finanziari e di consumo più responsabili e sostenibili.

Nell’ambito del progetto è stata realizzata un’indagine che ha rilevato che grazie all’assistenza dei consulenti, gli utenti si aspettavano principalmente di poter ristrutturare il proprio debito, aumentando la consapevolezza in merito alla propria situazione debitoria e migliorando il proprio livello di educazione finanziaria.

Gli utenti degli sportelli Riparto sono in gran parte titolari di rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato (34%) oppure pensionati (19%), mentre gli imprenditori (10%) e i lavoratori autonomi (10%) sono rappresentati in modo minore. I soggetti più a rischio sovraindebitamento sono quindi i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato che possono accedere al credito, ma a causa del ridotto potere d’acquisto e della pluralità dei debiti assunti, si possono ritrovare in gravi situazioni di povertà e di esclusione sociale.

In base all’indagine emerge che il titolo (personale, impresa, fideiussione) per il quale è stato contratto maggiormente il debito (60%) è l’acquisto di beni mobili (automobili, televisori, tecnologia), seguono le spese legate alla casa, quali affitti o utenze (11%) o l’acquisto di immobili (10%) attraverso il mutuo. In misura minore il debito è dipeso dalla ristrutturazione della situazione debitoria (9%), da spese per i figli (6%) oppure da imprevisti (separazioni, spese mediche, funerali o altro). I principali creditori risultano essere banche (33%) e società finanziarie e di leasing (circa il 22%), oppure l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia per debiti nei confronti dello Stato (20%).

Le due Associazioni promotrici per rendere più proficuo il progetto hanno proposto al governo una serie di iniziative:

Istituzione di un Osservatorio nazionale sul sovraindebitamento e sulla consulenza sul debito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Strutturare servizi gratuiti di consulenza sul debito fisici e online

Prevedere un minimo vitale impignorabile dello stipendio

Applicare sanzioni efficaci per la violazione del dovere di erogare prestiti solo in caso di esito positivo della valutazione del merito di credito.

Svincolare l’esdebitazione del debitore sovraindebitato dalla colpa, seppur grave, nella determinazione del sovraindebitamento.

Valorizzare il ruolo del debt advisor nelle procedure di composizione della crisi, estendere la prededuzione per l’advisor a tutte le procedure.

Infine, rendere sostenibili i costi delle procedure dotando il nostro ordinamento di diversi strumenti che possano consentire ai soggetti sovraindebitati di affrontare i costi necessari per avviare e per portare a termine le procedure al fine di ottenere l’esdebitazione.

Intanto, nell’attesa che l’Escutivo prenda in esame le proposte, in 22 mesi di attività il Progetto Riparto ha attivato 27 sportelli, distribuiti su 17 regioni, con un servizio di assistenza online e una rete di realtà del Terzo settore che già operano attraverso l’erogazione di servizi sociali o alla persona hanno permesso a cittadini e a micro imprese di trovare una via d’uscita dal sovraindebitamento attraverso percorsi gratuiti di sostegno, gestione e accompagnamento alle procedure di composizione della crisi e di individuare i tratti essenziali di un modello di debt advice per l’Italia.

Antonella Cirese