Quel serraglio perverso

Ha destato curiosità e interesse l’articolo relativo alla proposta di legge spagnola che di fatto renderebbe lecita l’attività sessuale con animali. Con questo articolo cercheremo di fornire elementi utili alla corretta conoscenza del fenomeno.

Bestialità, zoofilia erotica, zooerastia, sono termini ancora sconosciuti al grande pubblico, ma che sempre più frequentemente circolano in rete, in particolare sui Social network, e che spesso sono usati a sproposito. Le notizie che circolano sovente sono inesatte, errate e in alcuni casi prive di fondamento. Le parole più utilizzate per indicare le attenzioni sessuali da parte di umani nei riguardi di animali – bestialità, zoofilia erotica e zooerastia – anche se usate come sinonimi, in realtà tecnicamente stanno ad indicare aspetti diversi. Nel linguaggio comune, però, le differenze sono annullate e tutti i vocaboli vengono utilizzati con lo stesso significato: l’abuso sessuale di animali; per noi veri crimini sessuali contro gli animali.

La zooerastia è una parafilia, un disturbo sessuale caratterizzato dall’eccitazione erotica o dalla fantasia di avere rapporti sessuali con animali, o dal praticare attività sessuali con gli stessi in modo non occasionale. È considerata una psicopatologia solo se è compulsiva e se è suscettibile di procurare danni seri al funzionamento psicologico dell’individuo.

Il DSM-5, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, include la zooerastia tra i “Disturbi parafiliaci con altra specificazione”. “Questa categoria si applica alle manifestazioni in cui i sintomi caratteristici di un disturbo parafiliaco, presenti per almeno 6 mesi, che causano disagio clinicamente significativo o compressione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti, predominano ma non soddisfano pienamente i criteri per uno qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica dei disturbi parafiliaci. Una parafilia è una condizione necessaria ma non sufficiente per avere un disturbo parafiliaco”.

La Classificazione Statistica Internazionale delle Malattie e problemi correlati alla salute, pone l’attività sessuale con gli animali tra “Gli altri disturbi delle preferenza sessuale”.

Alcune forme di zooerastia sconfinano in altre, spesso il soggetto mette in atto nello stesso tempo diversi tipi di parafilie, o la sostituisce con un’altra meno pericolosa o più adatta alla situazione.

Tra le varie parafilie potenzialmente presenti, il voyeurismo, il sadismo sessuale e il disturbo pedofilico. Per quanto riguarda la pedofilia, ad esempio, sono state accertate in sede giudiziaria connessioni tra pedofili e zooerasti. Uno dei metodi utilizzati è quello di avvicinare i bambini con la scusa di far vedere immagini di animali, o di parlare di cani ecc. Numerosi i video sequestrati in indagini sulla pedopornografia che riguardano animali e bambini. In ogni caso si tratta di connessioni e aspetti che non coinvolgono l’intera categoria degli amanti dell’ “animal sex”.

Possiamo suddividere le condotte sessuali con animali in tre tipi di attività:

a) occasionale o opportunistica (avere esperienze occasionali con animali per la non disponibilità di partner umani, o per curiosità, o, ancora per fare “esperienza”);

b) permanente o esclusiva (avere rapporti con animali in modo stabile e prolungato, con la sostituzione o limitazione dei rapporti sessuali “normali”, o contemporaneamente ad essi);

c) sadica (avere rapporti che implicano l’uso della violenza e che procurano lesioni, ferite o morte dell’animale).

I servizi sociali, i dipartimenti di igiene mentale, dovrebbero adottare, in sinergia con le associazioni animaliste, protocolli di intervento tesi non solo al trattamento delle persone coinvolte, ma anche al recupero degli animali abusati. È stato infatti notato, anche in altre forme di maltrattamento perpetrate in ambiti di disagio sociale o agite da soggetti clinici, che l’interesse per gli animali è del tutto residuale e che solo raramente vengono attuate iniziative per sottrarli agli abusi.

Ciro Troiano