Natalità: record negativo in Italia

Il trend negativo delle nascite continua. Dai dati Istat sulla natalità 2021 emerge che, nel 2021, i nati scendono a 400.249, facendo registrare un calo dell’1,1% sull’anno precedente (-4.643).

L’Istat sottolinea che, dal 2008,  le nascite sono diminuite di 176.410 unità (-30,6%), dato  attribuibile per la quasi totalità alle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (314.371 nel 2021, quasi 166 mila in meno rispetto al 2008). Inoltre, sempre secondo l’Istat,  anche i cittadini stranieri che vivono in Italia fanno meno figli: il loro contributo alla natalità è in calo.

 Al livello territoriale c’è un lieve recupero a Sud: il tasso di natalità, pari a 6,7 per mille residenti in media nazionale nel 2022, conferma ancora una volta il primato della provincia autonoma di Bolzano con il 9,2 per mille, mentre la Sardegna presenta il valore più basso: 4,9 per mille mentre  livello europeo, la situazione registrata nel nostro Paese non è un’eccezione, trovando punti di contatto sia con la Spagna, caratterizzata da un profilo simile al nostro, sia con la Francia che, pur facendo rilevare livelli di fecondità storicamente più elevati, nel 2022 registra comunque un calo soprattutto a partire dal mese di luglio.

Il calo demografico sarebbe dovuto alla crisi pandemica, alla crisi sanitaria e alle incertezze economiche che hanno indotto le coppie a rinviare la decisione di avere un figlio.

In realtà ci sono anche altri fattori su cui le istituzioni devono dare risposte adeguate per favorire la natalità quali provvedimenti che facciano conciliare lavoro e famiglia senza che la donna sia costretta a rinunciare al lavoro; inoltre il tema economico continua ad essere di centrale importanza quale gli stipendi troppo bassi e la mancanza di servizi di assistenza per i lavoratori e le lavoratrici.

Antonella Cirese