Smartphone: scrigno di preziosi
Il riciclo degli smartphone dismessi potrebbe costituire per l’Italia l’opportunità di creare una filiera industriale nell’ottica dell’economia circolare. Le schede dei cellulari contengono rame, argento, oro se inoltre si aggiungono anche altri componenti, come magneti e antenne integrate, troviamo le preziose terre rare.
Attualmente l’Italia è organizzata solo per il trattamento e il riciclo della plastica attraverso la triturazione e la separazione di plastiche e di metalli. Agli operatori esteri dell’Europa del Nord, in particolare Belgio e Francia, vengono inviate le schede elettroniche (con un carico in più d’inquinamento derivato dal trasporto internazionale) in quanto questi paesi hanno una pirometallurgia in grado di recuperare le schede elettroniche ricche di metalli come oro, argento, palladio e rame.
In Italia, in base ai dati Digital 2021, gli smartphone sono presenti nelle tasche e nelle mani del 97% delle persone, di conseguenza il loro smaltimento sostenibile tutelerebbe l’ambiente e il riciclo dei materiali preziosi di cui sono composti sarebbe fonte di risorsa di materie prime strategiche e non semplice di facile estrazione.
Da questa prospettiva prende l’avvio il progetto “Porten,Tecnologie per il Riuso, il Riciclo, il Recupero e la valorizzazione di Rifiuti e Materiali”. cofinanziato dalla Regione Lazio con 140mila euro, attraverso il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e coordinato dal Laboratorio Enea in sinergia con l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Nel processo di estrazione i ricercatori Enea utilizzeranno tecnologie idrometallurgichecon bassi consumi energetici, ridotte emissioni, modularità degli impianti e flessibilità di impiego.
Il progetto con il riciclo di questi materiali che diventeranno fonti di materie prime seconde per nuovi processi tecnologici ha l’obiettivo di incrementare una crescita economica sostenibile rispettosa dell’ambiente e della salute dell’uomo.
Antonella Cirese