Sindacato e grande impresa
Ferdinando Uliano è segretario nazionale Fim-Cisl e dichiara sul Giornale del 8 aprile 2023 che il peso del biocarburante e dell’e-fuel nel futuro sarà modesto e quindi è necessario che si punti alla produzione di auto elettriche; cosa possibile se il produttore maggiore in Italia -che si chiama Stellantis- percepisca aiuti pubblici per finanziare tale trasformazione produttiva. Mentre per l’uso di biocarburanti non serve nessun investimento industriale nella produzione di auto.
Cioè siamo alle solite: il sindacato vorrebbe che la Fiat -che oggi ha quell’altro nome- riceva in regalo soldi del contribuente; contribuente che altri non è che i lavoratori, il consumatore e la piccola impresa; non è più solo la lobby della multinazionale di Torino che briga per indurre il governo oggi guidato dalla destra a pagargli i macchinari e l’impianto, ma addirittura il sindacato che assieme al patronato si costituisce in lobby anch’esso e preme perché soldi pubblici vadano nel portafogli della multinazionale dell’auto; peraltro non più italiana nel senso che non paga più le tasse in Italia.
Non c’è che dire: è comodo fare l’imprenditore in questo modo.
Una allucinazione? Sembra proprio di si: viviamo in una immensa allucinazione. Il sindacato ormai da molto tempo assieme all’odiato patronato va all’assedio dei soldi degli italiani. Naturalmente il sindacato non è certo alleato con il piccolo patronato ma con quello grande che garantisce evidentemente vantaggi tangibili.
Come si può avere una destra e una sinistra se esiste solo un partito, quello dell’assalto al bilancio pubblico? Perché il contribuente italiano deve finanziare gli investimenti di una società che è andata via dall’Italia? Chi difende il contribuente italiano dagli appetiti delle lobby? Con quali competenze si asserisce che il biocarburante (cioè quello realizzato dai vegetali che già da decenni si usa in tutto il mondo) non sarà il carburante del futuro? Ma quello che è stupefacente è che si asserisce che il futuro sarà dell’auto elettrica, come se il consumatore non sia in grado di decidere cosa acquistare!!!! Si pontifica passando sulla testa delle scelte del consumatore ormai certi che non sarà difficile orientarne le scelte come se ne orienta il voto.
Il ricatto alla Meloni è pronto: se non scuci i soldi migliaia di posti di lavoro saltano.
Noi diciamo che quando una impresa o un sindacato -cioè una lobby- è divenuto troppo grande e troppo forte tanto da parlare alle Istituzioni con fare così irriguardoso e famelico deve essere immediatamente frantumata o nazionalizzata: è troppo grande per esistere! Infatti mette a repentaglio la democraticità del sistema. I soldi pubblici possono essere dati solo in cambio del controllo della società “aiutata” diversamente costoro se ne vadano con tutti gli stabilimenti: faremo un’auto italiana pubblica! Noi in Italia abbiamo subito tali trattamenti da troppo tempo e ormai è arrivato il momento di capire la lezione e farla finita con questa deriva nella quale tutti privatizzano somme faraoniche di danari mentre il contribuente si trova ipertassato e iperindebitato. Basta.
Un bel banco di prova per la Meloni.
Canio Trione