Nuovo Codice degli Appalti

Il Governo ha appena varato il nuovo “Codice degli Appalti”. Esso, rispetto al passato, mostra una impostazione rivoluzionaria perché snellisce una burocrazia asfissiante per le imprese e introduce processi e procedure atte a favorire, eliminando inutili intralci, la esecuzione dei lavori pubblici di cui la nostra economia ha estremo bisogno.

Sembra che il governo Meloni, pur a corto di risorse economiche – come descritto nel DEF (documento di Economia e Finanza), abbia intrapreso un percorso attento alla crescita della competitività del sistema produttivo italiano. L’auspicio è che questo percorso prosegua e che “il Nuovo Codice degli Appalti non rimanga un esempio isolato. 

Instradare il Nuovo Codice non appare cosa semplice: sarebbe prudente prevedere un periodo “avviamento e rodaggio” di alcuni mesi, al fine di evitare eventuali e probabili disfunzioni che un cambio di regole sempre genera soprattutto in questo momento storico in cui stanno partendo le grosse opere del PNRR.

Infatti, Fenimprese Bari si pone la domanda più critica di tutte: la macchina amministrativa dello Stato è pronta a gestire questo nuovo rivoluzionario strumento?

Il Nuovo Codice degli Appalti introduce significative procedure legate alla digitalizzazione dei processi, delle procedure, dei controlli. Un esempio è quello che concerne le “assegnazioni”.

Facciamo alcune osservazioni al Codice.

L’innalzamento, a 140.000 euro, della soglia dimensionale per l’affidamento diretto per servizi e forniture, è discriminante poiché tende ad escludere le piccole e micro imprese a vantaggio di aziende più grandi e non tiene conto di qualità, competenze, organizzazione. Tale soglia andrebbe abbassata a 60.000/70.000 euro.

La analisi e valutazione delle proposte progettuali è focalizzata su costi piuttosto che sulla qualità e sulla prospettiva.

Il cambiamento epocale cui assistiamo, essendone noi anche protagonisti, se da un lato impone una profonda revisione delle norme burocratiche per tener testa alla incredibile accelerazione degli eventi, dall’altro non permette di sacrificare la qualità delle realizzazione nella salvaguardia della trasparenza, della controllabilità e della libera concorrenza.

Su quest’ultimo punto, infatti, c’è da osservare che l’affidamento diretto potrebbe costituire un grande rischio, favorito da interessi privati in pubblico ufficio, a danno di una libera corretta e civile concorrenza.

Qui, però, si entra nel campo della Morale, della Etica, della onestà intellettuale e della Magistratura Penale. 

Paolo Scicutella – Presidente Fenimprese Bari