Lavoro povero e divario di genere gli ostacoli da abbattere

“Lavorare Pari” è la ricerca che le Acli, in collaborazione con l’IREF (Istituto di Ricerche Educative e Formative) e il Caf, hanno realizzato, partendo dall’analisi di oltre 760.000 dichiarazioni dei redditi presentate nel 2022 presso CAF ACLI su un totale di 1.326.573 modelli 730, per analizzare la situazione economica e lavorativa di migliaia di persone nel nostro paese.

Dai dati emerge che gli ostacoli da abbattere nel mondo del lavoro sono il lavoro povero ed il divario di genere.

La categoria ad essere colpita dal lavoro povero sono i giovani. In base alla ricerca, il 28% dei giovani fino a 29 anni percepisce un reddito non oltre i 9.000 euro, percentuale che poi tende ad attenuarsi in corrispondenza della fascia mediana fra i 30 e i 55 anni, per poi riacutizzarsi tra coloro che hanno più di 60 anni raggiungendo addirittura il 30,3%.

I risultati dell’indagine evidenziano un gap di genere e territoriale infatti le donne e i residenti del Sud hanno redditi più bassi. In particolare le lavoratrici costituiscono il 21,7% delle persone che possono contare su 9.000 euro annui (gli uomini il 7,1%).

Inoltre il 27,2% dei residenti al Sud o nelle Isole ha un reddito fino a 9.000 euro, il 33,5% arriva a 11.000 euro e, infine, il 44,4% può contare fino a 15.000 euro.

Si tratta di dati che testimoniano come il lavoro povero sia una prerogativa dei giovani, delle donne e dei residenti al Sud per cui urge rimettere al centro del dibattito politico la questione lavoro intesa come diritto di ogni persona ad avere un lavoro dignitoso e anche pari opportunità per uscire da percorsi piatti di carriera.

Antonella Cirese