Fotografia della società. Tra irrazionalità e malinconia
La società irrazionale. Così il Censis, alla fine del 2021, descriveva l’Italia.
Il 5,8% degli italiani sostiene che la Terra è piatta. Il 5,9% che il Covid è una messinscena. Quasi il 40% teme per la sostituzione etnica. Mancanza di fiducia nelle istituzioni e nel futuro. Mancanza di fiducia negli esperti. È qui che attecchiscono le teorie cospirative.
Ma chi è l’esperto? Chiunque abbia conoscenze e competenze sopra la norma in un certo dominio. E che sappia usarle nel posto giusto al momento giusto.
La pandemia per molti di essi è stato questo momento. Ma negli ultimi anni il paradigma sta cambiando. Esperti verso tuttologi. Figli, questi ultimi, della diffusione sproporzionata dell’informazione digitale. E l’expertise diventa marginale. Non conta l’esperienza. Contano i like. Non conta l’esperienza. Conta l’engagement.
Come si può invertire la rotta? La risposta è da ricercare nel senso di smarrimento dei cittadini.
L’ultimo rapporto Censis vede 8 italiani su 10 ‘non avere voglia di fare sacrifici per cambiare, diventare altro da sé’. È la fotografia di una società rassegnata. Malinconica, per dirla come l’istituto di ricerca.
Una società senza sociale. Che ha bisogno di ritrovare un senso. Il senso dell’azione comune. E del riconoscimento dell’autorità. Quella politica. Quella scientifica.
La fiducia è un’urgenza. È l’ingrediente per poter fare. Per agire.
Ri-trovare la consapevolezza dell’essere interconnessi. Abbandonare le logiche neoliberiste a favore di una società sostenibile. Sia dal punto di vista ambientale. Che, e soprattutto, da quello emotivo.
Lucia Ricchitelli