Il tessile Made in Italy promuove la produzione sostenibile

Al via in Italia la rivoluzione tessile. Dall’incontro con Slow food Italia, da anni impegnata a promuovere un cibo buono, pulito e giusto per tutti, e 16 aziende virtuose del tessile nasce Slow Fiber per una produzione tessile all’insegna del sostenibile, del bello, del sano e del pulito.

In base al report della Commissione Europea “Textiles and the enviroment in a circular economy:t he role of design in Europe’s circular exonomy”, la produzione e il consumo dei prodotti tessili continua ad aumentare insieme al loro impatto sul clima, sul consumo di acqua e di energia e sull’ambiente.

Secondo i dati nell’Unione Europea il quarto maggiore impatto negativo sull’ambiente e sui cambiamenti climatici deriva dal consumo di prodotti tessili e sempre il consumo di prodotti tessili rappresenta il terzo impatto negativo per l’uso dell’acqua e del suolo.

Slow Fiber nasce come figlia dell’associazione Slow Food e, come per il cibo così per quanto riguarda il tessile, si propone di diffondere una nuova cultura del vestire e dell’arredare che sia rispettosa della salute della persona e del pianeta.

Le aziende fondatrici della rete Slow Fiber ad oggi sono Oscalito 1936, L’Opificio Serico, Manifattura Tessile di Nole, Maglificio Maggia, Pettinatura di Verrone, Lane Cardate, Quagliotti, Tintoria 2000, Tintoria Felli, Olcese Ferrari, Italfil, Remmert, Pattern, Holding Moda, F.lli Piacenza, Angelo Vasino.

Si sono autoregolamentate attraverso Il Manifesto di Slow Fiber insieme alla creazione di specifici requisiti, KPI qualitativi che quantitativi e una tassonomia propria a marchio Slow Fiber costruita sulla base degli indicatori globali di eticità, sostenibilità e responsabilità sociale (ESG, SDGs e GRI) ed il loro obiettivo è anche quello di ampliare il network, attraverso il coinvolgimento e la partecipazione alla rete di altre aziende italiane e internazionali in modo rendere sempre più diffusa e veloce la portata di questa rivoluzione sostenibile nel campo della produzione tessile.

Antonella Cirese