Nuove figure professionali. L’operatore dell’accoglienza

La Fondazione Cittalia dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni d’Italia) ed il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre hanno svolto un indagine “Agire l’accoglienza” incentrata sulla figura dell’operatore dell’accoglienza.

Una figura professionale importantissima in quanto si fa carico dell’accoglienza dei migranti cercando, attraverso la mediazione e l’individuazione di equilibrio nelle diversità, l’inclusione e non la chiusura.

Dall’indagine emerge che gli operatori dell’accoglienza sono i circa 10mila lavoratrici e lavoratori, per lo più italiani, che intervengono in quasi 1000 progetti di accoglienza promossi da una rete di 1800 Comuni coinvolti (tra titolari del progetto Sai ed enti locali coinvolti), per assicurare 44mila posti disponibili per l’accoglienza dei migranti sul territorio italiano.

Gli operatori contribuiscono a rendere meno traumatico per i migranti l’impatto con il nuovo territorio di accoglienza ed il Terzo settore rappresenta circa l’80% degli organismi con cui gli operatori sono in contatto nell’ambito del loro lavoro quotidiano.

I dati della ricerca evidenziano che il 76% degli operatori è laureato, un terzo ha dichiarato di appartenere a un Albo professionale o possedere un’abilitazione, fra questi la maggioranza è iscritta all’Albo degli assistenti sociali (44,1%) e degli psicologi (28,6%), ma anche interessante considerare che oltre l’8% è iscritto all’Albo/Registro degli educatori, così come il 7% a quello degli avvocati e il 2,7% a quello dei mediatori interculturali.

In relazione alle modalità contrattuali del rapporto di lavoro risulta che la modalità principale riguarda i “dipendenti a tempo indeterminato” (56%), il 27,6% sonoc “dipendenti a tempo determinato” mentre per il 11,4% ha un contratto di collaborazione.
L’indagine offre l’identikt di una figura professionale con un ruolo strategico nell’inserimento sociale, sanitario, lavorativo degli emigranti che hanno bisogno di creare legami con la comunità locale.

Antonella Cirese