Alla scoperta della biblioterapia. Intervista a Marco Dalla Valle
Sul portale d’ingresso l’epigrafe “Ospedale dell’anima” accoglieva tutti coloro che, a Tebe, antica città egizia. nel XIII secolo a.C. accedevano alla biblioteca, la biblioteca sacra di Ramses II.
Il prezioso valore dei libri e della lettura si perde dunque nella notte dei tempi. Strumenti pregevoli che se utilizzati correttamente possono aiutare le persone nella crescita personale e anche nella guarigione. Da Ramses II ad oggi sono molte le persone che si sono dedicate, in varie parti del mondo, allo studio dei libri come cura e al loro utilizzo terapeutico; tra questi in Italia un giovane infermiere si è chiesto: “ma se i libri fanno così bene a me perché non potrebbero far bene ai miei pazienti? È iniziata così la sua mission. Lui è Marco Dalla Valle, un infermiere, esperto biblioterapista, che ci condurrà alla scoperta della biblioterapia.
Chi è Marco Dalla Valle?
Marco è un bambino cresciuto negli anni Settanta, che odiava lo sport e amava la lettura. Senza i libri non sarebbe diventato un infermiere, non avrebbe costruito una famiglia e non avrebbe mai scoperto la biblioterapia.
Che cos’è la biblioterapia, come arriva in Italia e qual è la sua mission?
I primi a scoprire che i libri avevano un potere terapeutico sono stati gli psicologi e a portarla in Italia è stato uno di loro nella persona della dott.ssa Mininno che opera a Tivoli. Ma la biblioterapia è molto di più della funzione terapeutica che avviene in ambito psicologico. I libri possono essere semplici oasi di tranquillità, strumenti per sperimentare le proprie paure e trovare strategie per superarle, amici che permettono di oltrepassare il senso di solitudine, specchi per guardarsi con occhi nuovi e stimarsi di più, oggetti magici che aprono porte verso universi in grado di entusiasmarci e restituirci al mondo reale forniti di nuova energia.
A quali figure professionali è rivolta?
La biblioterapia può essere utilizzata sia da figure mediche che non mediche. Gli psicologi e gli psichiatri utilizzano la biblioterapia clinica, che guarda specificatamente a problemi clinici. Educatori, insegnanti, bibliotecari, filosofi, counselor, infermieri, riabilitatori, operatori sociali utilizzano la biblioterapia dello sviluppo, che mira a sostenere e amplificare la parte sana e tutte le potenzialità della persona.
Chi potrebbe trarre beneficio dalla biblioterapia e chi no?
Solo chi ha interesse per i libri e la lettura può beneficiare della biblioterapia. Poi ci sono altre variabili da considerare in sede di analisi dei singoli casi, ma senza questo presupposto non è possibile procedere.
Biblioterapia clinica e biblioterapia dello sviluppo, nell’ambito clinico ci sono pazienti che hanno tratto maggior beneficio dallo strumento della biblioterapia?
Quando parliamo di ambito clinico, entriamo in uno spazio molto ampio. Mi limito a parlare di quello non medico, che io ho sperimentato in ospedale quando facevo l’infermiere. Certamente coloro che avevano una propensione alla lettura spiccata sono stati in grado di ottenere maggiori risultati. Il dialogo che posso attivare con un paziente che è un lettore forte è molto più variegato perché posso prendere spunto da molti più testi, di conseguenza ho a disposizione molti più strumenti.
É possibile curarsi da autodidatta con il libro? Se si in quale modo?
Ci sono studi che indicano come sia possibile praticare la biblioterapia con un intervento minimo da parte del biblioterapista, lasciando che il libro compia in autonomia il suo effetto. Il biblioterapista si limita a individuare il libro giusto. Sono particolarmente adatti a questo scopo i manuali di auto-aiuto nell’ambito della biblioterapia cognitiva che è il campo maggiormente indagato dagli studi scientifici. Ma anche i romanzi a sfondo filosofico non sono da sottovalutare. Penso a Cohelo o a Emmanuel-Schmitt. I romanzi sono anch’essi strumenti utili, ma entriamo in un ambito in cui è più difficile dire quanto possano essere incisivi in un percorso autonomo. Certamente i lettori mantengono attivo un processo di crescita personale costante rispetto a chi ignora i libri e questo è il modo migliore per curarsi con i libri.
Potrebbe svelare uno strumento del “mestiere” ad un futuro apprendista biblioterapista? Ed un libro per la propria crescita personale?
Il vero e unico strumento del mestiere del biblioterapista è lui stesso. Deve avere autentica passione per i libri e leggerne di nuovi continuamente. Deve essere onesto, empatico, in grado di relazionarsi con ogni tipo di persona. Deve essere preparato e mantenersi aggiornato. Credo anche che debba avere un senso etico e deontologico molto forte perché i libri sono strumenti talmente potenti che se un professionista non sa mantenerli all’interno dei propri confini professionali può essere preso da un delirio di onnipotenza molto pericoloso.
Un libro per la propria crescita personale? Non può esistere un singolo libro che favorisce la crescita personale. Crescere è un processo in continuo divenire. Tanti libri diversi accompagnano questo processo e sono sempre diversi nel tempo e differenti per ognuno. Leggere continuamente libri sempre diversi e coinvolgenti è il vero segreto per migliorare se stessi.
Al lettore curioso e interessato consigliamo, il sito: www.biblioterapiaitaliana.com dove potrà ricevere tutti gli approfondimenti che desidera relativi ai corsi e alla professione di biblioterapista. Un sentito ringraziamento a Marco Dalla Valle per il suo prezioso lavoro e un augurio per il futuro della biblioterapia.
Un libro ben scelto ti salva da qualsiasi cosa, persino da te stesso.
(Daniel Pennac)
Francesco Roselli