“La Bellezza salverà la Sicilia”. Rappresentazione dalla “Compagnia del Tempo Relativo”

Anche per quest’anno il Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Agrigento, diretto dal Colonnello Vittorio Stingo, aveva predisposto di celebrare la 209^ Giornata Nazionale dell’Arma dei Carabinieri nella splendida cornice della Valle dei Templi. A causa però del maltempo, più tipico della stagione autunnale che di quella estiva, quando fu evidente che per quel pomeriggio non avrebbe più spiovuto, gli organizzatori sono stati costretti a spostare all’ultimo momento la celebrazione nel vicino Teatro Pirandello.

La gran parte dei Carabinieri e degli ospiti che si erano già recati nel luogo dell’appuntamento (il parcheggio di contrada Sant’Anna nei pressi della porta V), si rimise in auto per raggiungere il predetto Teatro intorno alle ore 18.30. All’interno la platea si riempì lentamente ma rumorosamente. Le prime file del lato sinistro furono occupate da quasi tutti i Sindaci della Provincia, con addosso la fascia tricolore. Quando tutti si sistemarono ai loro posti e fu ripristinato il silenzio, ebbe inizio l’evento. Il Colonnello Stingo e il Prefetto di Agrigento Dottor Filippo Romano passarono in rassegna lo schieramento dei Carabinieri in Uniforme Speciale lungo il corridoio centrale. Poi il conduttore della serata, il giornalista Silvio Schembri, presentò l’Orchestra del Liceo Classico e Musicale Empedocle di Agrigento diretta dal Professor Giacomo Consolo, che eseguì l’Inno di Mameli. Poi fu il turno della breve pièce intitolata “La Bellezza salverà la Sicilia” della Compagnia del Tempo Relativo di Canicattì. Dopodiché si svolse la cerimonia dell’assegnazione dei riconoscimenti ai Carabinieri che si erano distinti in particolari operazioni, con la lettura delle motivazioni e la consegna delle relative pergamene o targhe da parte del Prefetto. La celebrazione, durata circa un’ora e mezza, si è conclusa con il riconoscimento della cittadinanza onoraria agrigentina al Colonnello Stingo, il cui mandato di tre anni è in via di scadenza, e sarà assegnato altrove con il grado di Generale.  

  Come anticipato all’inizio, lo scorso anno la ricorrenza fu celebrata di fronte al magnifico Tempio della Concordia sotto la normale canicola che caratterizza i primi giorni di giugno a queste latitudini. Per questo 209° annuale della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri era stato invece scelto il sacro suolo del Santuario delle divinità ctonie, proprio davanti il magico Tempio che gli antichi Greci dedicarono agli inseparabili gemelli Castore e Polluce, o Dioscuri, cioè figli di Zeus. Peccato non esserci riusciti! Ad ogni modo, considerato che recentemente Agrigento è stata proclamata Capitale Italiana della Cultura 2025, il Colonnello Stingo ha voluto dedicare la Festa dei Carabinieri a questa Provincia, a questa città ricca di storia e a tutti suoi cittadini. Egli sostiene che “… la partecipazione attiva tra la cittadinanza che ama la sua terra e noi istituzioni che ce ne siamo altrettanto innamorati, rientra nella più ampia idea della cultura della sicurezza condivisa.”

  Lo scorso anno gli studenti di varie Scuole Superiori agrigentine furono invitati a rappresentare attraverso scene della durata di pochi minuti, alcuni casi risolti brillantemente dall’Arma dei Carabinieri della Provincia agrigentina. All’evento parteciparono anche gli studenti dei Licei Classico, Scientifico e Linguistico Ugo Foscolo e Antonino Sciascia di Canicattì, entrambi guidati dal Dirigente Scolastico Dott.ssa Rossana Virciglio. In quell’occasione agli studenti dello Scientifico toccò di rappresentare il caso del vandalo seriale che imbrattò, con una polvere rossa di ossido di ferro, un’ampia zona della candida marna della Scala dei Turchi. Fortunatamente i tecnici della Soprintendenza aiutati da numerosi volontari riuscirono a ripulire quest’amena scogliera bianca che digrada dolcemente fino a tuffarsi in un mare cristallino situato nel territorio del comune di Realmonte a venti chilometri da Agrigento. Il titolo che il sottoscritto, nella qualità di autore della Compagnia, diede alla scenetta di allora fu, appunto, L’imbrattatore.     

  Anche quest’anno il Colonnello Stingo ha voluto una breve rappresentazione recitata da giovani attori, perché sono proprio le nuove generazioni i futuri depositari degli strumenti per l’evoluzione delle coscienze civili. Un’evoluzione che sia capace di infondere i fondamentali valori della legalità e della solidarietà, utili in ogni tempo per garantire la pacifica convivenza sociale. Considerata inoltre la predetta proclamazione a Capitale Culturale 2025 a quella che un tempo fu un’incantevole polis della Magna Grecia di nome Akragas, il tema proposto per la pièce è stato quello della bellezza in quanto generatrice di cultura e di importanti valori, che a loro volta generano nuova bellezza, entrando in tal modo in un prodigioso circolo virtuoso potenzialmente infinito. La bellezza considerata in tutti i suoi aspetti: naturalistica e paesaggistica, monumentale e artistica, e anche quella interiore degli individui più sensibili che solo con essa riescono a saziare le loro esigenti anime, per poi restituirla, appunto, in varie forme alla società. E dato che lo scorso anno gli studenti del predetto Liceo Scientifico e Linguistico avevano partecipato ai laboratori teatrali che la Docente Lella Falzone tiene ogni anno in questo Istituto, e visto che lei è anche la regista e la direttrice artistica della summenzionata Compagnia del Tempo Relativo, il Comando predetto, probabilmente memore della qualità del lavoro svolto l’anno precedente, l’ha contattata per affidarle la stesura del testo e la relativa rappresentazione teatrale. In questo progetto il Colonnello Stingo è stato coadiuvato dal Comandante dei Carabinieri di Canicattì Maggiore Luigi Pacifico, dal Tenente Pasquale Rutigliani e, a vario titolo, da altri Carabinieri. Cosicché, entusiasti per l’implicito attestato di fiducia nella Compagnia e nel contempo gravati da un profondo senso di responsabilità, ogni suo componente si è subito attivato per onorare al meglio l’incarico ricevuto.

  Cosicché il sottoscritto ha provveduto a scrivere la sceneggiatura che, parafrasando Dostoevskij, ho intitolato “La Bellezza salverà la Sicilia”. La regista Lella Falzone ha contattato i sei giovani attori previsti nel copione e che, nonostante il periodo intenso di interrogazioni di fine anno scolastico e di prove per altre rappresentazioni teatrali, hanno aderito entusiasti alla proposta cominciando a memorizzare e a provare le loro parti man mano che la sceneggiatura prendeva forma. E’ stato un lavoro creativo molto intenso, poiché l’avanzamento della recitazione dipendeva esclusivamente dallo stato di avanzamento del testo che ad ogni progredire il sottoscritto inviava sul gruppo WhatsApp appositamente creato e denominato “5 giugno”. Mai parlare male della tecnologia, giacché essa esegue solamente gli ordini di chi la usa. In ordine alfabetico elenco i sei giovani attori: Maria Amore che ha letto il prologo; Matteo Bertolino, Mauro Ferrante e Alfonso Guadagnino hanno avuto la parte dei tre saggi della Magna Grecia, che con un salto temporale di 2.400 anni approdano nell’odierna Agrigento per tentare di trasmettere ai suoi moderni abitanti tutta la bellezza e la profondità della cultura ellenica dispersa, purtroppo, nei secoli; Gloria Mancuso che ha rappresentato la Bellezza quale metafora di quella akragantina e, per estensione, dell’intera Sicilia; Francesco Vaccaro nel ruolo del Carabiniere messo a guardia del corpo della Bellzza, e Ambra Virone che ha svolto il ruolo di sacerdotessa della dea Afrodite. Inoltre, i ragazzi della Consulta Provinciale Studentesca hanno letto a conclusione della pièce alcune significative frasi del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, del Magistrato Giovanni Falcone, del Beato Rosario Livatino e quella pronunciata da Papa Wojtyla il 9 maggio del 1993 dalla Valle dei Templi e rivolta ai mafiosi. Essi sono: Giuseppe Avanzato, Flavia Cascià che non ha potuto presenziare ed è stata quindi sostituita da Yasmine Axente, e Sofia Mandracchia.

  Insomma, a questo punto si può certamente asserire che l’ex polis e la sua magnifica acropoli, fondata dagli ellenici di Gela nel 581 a.C. e definita da Pindaro “la più bella città dei mortali”, è il luogo ideale della bellezza e della cultura, per chi sa apprezzarle e farne buon uso ovviamente. Qualcuno che ha saputo farne sicuramente buon uso in epoca più recente è il Premio Nobel per la letteratura Luigi Pirandello, al quale l’allora Girgenti diede i natali. Anzi, più precisamente è nella suggestiva contrada Caos che egli nacque e della cui bellezza poté nutrire la sua anima, e dove volle che fossero custodite le sue ceneri, se proprio non si potevano disperdere nel vento. Dall’istante in cui aprì gli occhi e fino a quando li chiuse per sempre a Roma, egli trasse ispirazione dalla bellezza di cui ha saputo circondarsi, restituendocela attraverso i suoi capolavori letterari. Quale migliore prova si può volere di più per postulare che la bellezza e la conseguente cultura hanno un’enorme funzione sociale?

 

Angelo Lo Verme