E la ricaduta economica del calcio

“Nessuno come i De Laurentiis” è stata la frase più ad effetto nelle dichiarazioni del Sindaco Antonio Decaro, dopo la debacle della finale Playoff di Serie B.

Partiamo dal calcio perché se è vero che lo sport è benessere per gli individui, il calcio, essendo un volano per l’economia, può dirsi benessere per la società.

L’affermazione di Decaro sembra più una giustificazione per il suo operato, che una dichiarazione misurata per il rilancio morale e non solo di una intera città.

Può il calcio creare le condizioni per una ricaduta economica cittadina?

Si. Considerando la miriade di attività economiche locali che orbitano attorno alla SSC Bari, le loro sponsorizzazioni si sono “rafforzate”, in vista degli spareggi di fine campionato. Questo sforzo compiuto dagli sponsor, non è indifferente. La città di Bari ha perso in dieci anni più di 700 attività commerciali. La doppia crisi pandemica ed energetica sembra avere enfatizzato i trend di riduzione della densità commerciale già presenti prima di tali shock.

Per questo, Decaro avrebbe dovuto spendere due parole per le piccole e medie imprese che costituiscono i coraggiosi sponsor del Bari.

Sulla spinta dell’entusiasmo di una promozione di categoria superiore a giovarne avrebbe potuto essere la città intera. Si sa che l’economia è circolare, per cui i benefici ricadono su di tutti.

La realtà è ben diversa, gli effetti negativi di questo risultato rischiano di comprimere non solo gli entusiasmi degli sportivi, ma per effetto domino, vanno ad incidere sull’intero tessuto economico sociale cittadino.

Ad un anno dalla competizione elettorale una sfiducia economica evidenzierebbe una sfiducia nella classe dirigente e quindi nel voto.

Urgono provvedimenti di rilancio immediato. Il commercio necessita di una condizione fiscale quantomeno agevolata. A partire dalla riduzione graduale, fin anche alla eliminazione di dazi amministrativi locali. Vedasi da ultimo la tassa di soggiorno.

Giuseppe Romito