Vivremo senza posta elettronica?

La posta elettronica di Virgilio e Libero non funzionato da giorni. Non è la prima volta. Hanno promesso un rapido ritorno alla normalità ma nessuno ci crede.

Per millenni la posta è stata il nerbo dello stato e su di essa si fondava la sua funzionalità e quindi la sua stessa esistenza; veniva recapitata a mani e costava tantissimo. Poi è arrivata l’era della efficienza e quindi si sono voltate le spalle al passato ormai ritenuto superato e si è passati alla tecnologia.

La tecnologia è stata ed è utilizzata a piene mani perché si ritiene che funzioni meglio dei sistemi più vecchi. È ormai una vera e propria dottrina, quasi una religione, che si fonda sull’assioma non dimostrato e non dimostrabile che la tecnologia ben usata è cosa buona. Una religione con tanto di credo. Si arriva a sostituire la raccomandata di carta con una forma di posta elettronica certificata che si da per consegnata solo che la invii. Tutto perché si ritiene più affidabile la tecnologia dell’uomo. Non parliamo delle cartelle esattoriali o le multe che sono frutto solo del funzionamento dei computer.

Naturalmente il pensiero si è scatenato sulla vera ragione di questo disservizio. Se è vero che la tecnologia è perfetta -pensano- solo un hacker può averla fermata. E siccome siamo in guerra il pensiero corre lì. Ma se dipendiamo troppo dalla tecnologia colpire il sistema internet può mettere in ginocchio il nostro sistema molto prima e meglio di una bomba atomica… o no?

Ma non solo in caso di guerra saremmo fritti. Recentemente in Emilia una casa interamente governata dall’elettronica è finita sott’acqua e il proprietario semplicemente non è potuto uscire perché tutto era bloccato dal computer che la governava. Ed è morto chiuso dentro. Lì vicino un’auto elettrica super moderna in garage è esplosa distruggendo garage e casa e mettendo al buio l’intero quartiere… apparentemente senza alcuna causa scatenante.

Naturalmente i media danno le singole notizie perché devono far sensazione e ascolto ma se provi a metterle insieme hai un quadro da rabbrividire.

L’idea che il futuro sia tecnologico e che il progresso sia solo tecnologia va messo in dubbio e serve riflettere ad un sistema diverso. Questa mitizzazione della tecnologia non è nuova. All’inizio del ventesimo secolo alcuni italiani trasformarono i successi della nascente tecnologia moderna che già erano sotto i loro occhi in argomento di una importante scuola artistica, il futurismo. Da allora la tecnologia ha sfornato potenti aggeggi infernali nella meccanica, nella chimica, nella fisica, nelle comunicazioni, nella psicoanalisi, tutti impiegati in guerre sanguinosissime ma proposti alla gente comune come innocui oggetti e sistemi utili alla vita quotidiana e alla promozione della salute e del benessere.

Oggi la dipendenza dalla tecnologia è tale che serve un ripensamento profondo. La politica non ci aiuterà perché ormai è in mano a gente di infimo ordine se non venduta e le Università ormai sono un pallido fantasma delle passate glorie.

Quindi ancora per molto subiremo danni ingentissimi dal malfunzionamento di questi aggeggi prima che qualcuno ripensi il modello di vita e di economia e cioè pensi veramente al nostro futuro.

Canio Trione