Nuove fabbriche a Bari
Recentemente una società settentrionale quotata in borsa, ha deciso di investire a Bari e assumere (tra alcuni anni) 125 persone, spendendo qui da noi 30 milioni di euro. Per favorire questo progetto la regione Puglia ha pensato di mettere 15 milioni di euro che riteniamo siano stati distolti dalle nostre tasse. La stampa locale sembra gioire ma noi chiediamo, assieme ad altri nostri conterranei: come mai i soldi dei contribuenti pugliesi così generosamente vanno agli amici settentrionali e non alle imprese locali? I nuovi assunti andranno a sottrarsi alle imprese locali o sono esclusivamente pugliesi emigrati che ritorneranno apposta? Il prodotto di questo impianto realizzato a metà costo avrà un prezzo ugualmente basso e quindi in grado di mettere fuori mercato i competitor pugliesi? L’apertura di una nuova impresa meridionale in genere viene accolta da una burocrazia -anche comunale- ottusa, costosa ed inefficiente; come mai le imprese nordiche vengono accolte nientedimeno che in Municipio con tanto di foto ricordo?
Se non dovessero essere assunti per davvero i 125 promessi, che si fa?
Gli si toglie l’aiuto?
I 125 saranno scelti a caso o tra gli amici dei politicanti nostrani?
La società pagherà le tasse da noi o al nord? Purtroppo vi sono molte altre domande ancora più cattive ma ci fermiamo per non infierire troppo su questa “scuola economica” meridionale sostenuta dai maggiorenti locali che confonde il colonialismo del XXI secolo con lo sviluppo. La morale è che a queste mega imprese del nord gli paghiamo parte significativa dell’impianto, mettiamo le braccia e le menti, ma il profitto è loro…qualcosa non torna, o no? Non possiamo che augurarci che i baresi -che in fatto di economia sono noti in tutto il mondo come molto svegli- non si facciano prendere per il naso da questi giochetti infantili.
Dott. Nicola Sciacovelli