Ma non è che abbiamo sbagliato a chiudere i conventi?

Molto tempo fa la gente era convinta di esistere solo per guadagnarsi la vita eterna; cosa per la quale si doveva pregare a più non posso, soffrire quanto si poteva e regalare al prossimo tutto quello che era superfluo (almeno). La vita a quell’epoca era stentata e pochissimi potevano dire di essere contenti ma la convinzione era quella.

Poi alcuni contestatori del main stream dell’epoca inventarono o scoprirono il motto libertè, egalitè, fraternitè e cominciò il “progresso”. Mirabolanti invenzioni stravolsero tutto e cominciò ad insinuarsi l’idea che non serviva soffrire, né pregare… anzi si poteva migliorare la vita ben prima di morire lavorando e utilizzando le nuove invenzioni. Il benessere andava di pari passo con il progresso tecnologico e con la demolizione delle precedenti convinzioni. La cosa era avvertita come una benefica rivoluzione priva di effetti negativi.

Però ci sono state delle controindicazioni gravi a quel progresso tecnologico. Infatti si sono fatte guerre sempre più sanguinose utilizzando ordigni sempre più letali messi a disposizione dalla tecnologia. Un effetto collaterale messo in sordina o offuscato dalle comodità consentite dalle nuove tecnologie distribuite alle moltitudini a prezzo abbordabile.

In quelle guerre le varie componenti la cristianità si sono decimate a vicenda arricchendo industriali e finanzieri che erano gli unici che guadagnavano senza perdite significative di vite umane e cioè gli unici che vincevano veramente le guerre. Non solo, quei potentati economici, bancari e finanziari perdevano sistematicamente la pace per via di crisi finanziarie impreviste e quindi poco dopo la fine delle guerre chiedevano agli stati sempre più soldi.

Da Napoleone in poi la cristianità si è dilaniata e decimata oltre che impoverita a favore di altri.

Forse non è stato tutto preordinato ma i risultati sono evidenti ed oggi sembrano voluti e programmati… è come se qualcuno abbia capito che senza una guerra pur priva di motivazione credibile la baracca non si tiene e quindi si preme a favore di nuove guerre, non interessa dove o se si lasciano in mano al nemico armi per milioni… l’importante è combattere. Meglio, far combattere i cristiani (come anche i mussulmani) tra di loro e se necessario finanziarli fino alla vittoria finale per farsi dare i soldi indietro.

Peraltro se ogni missile costa milioni pagati dagli stessi cristiani belligeranti e quindi vittime degli stessi missili come potevano i finanzieri non insistere? In realtà questa sinistra coincidenza non è nuova ma la ritroviamo da prima della nascita dello stesso cristianesimo ma il fatto che molti se ne sono accorti ma pochi ne traggono le conseguenze non può essere una conseguenza dell’immenso giro di soldi? Ma siamo sicuri che sia solo questione di soldi?

Ma la questione centrale è chiedersi se abbiamo fatto bene a credere nel progresso indotto dalla tecnologia. Rivoluzioni tecnologiche e industriali (che ormai si contano a decine e si moltiplicano continuamente) sono entusiasticamente realizzate voltando le spalle ai chiostri e conventi ma per divenire schiavi delle macchine. Con una esplicita proposta risolutiva per tutti: i lavori umili per il futuro li diamo ai disperati migranti, quelli difficili li affidiamo all’intelligenza artificiale, mentre in attesa della spontanea nostra estinzione percepiremo un bel reddito universale.

Ci accorgiamo così che la pietas, la collaborazione, la solidarietà, il perdono, cioè tutti i fondamenti della cristianità che certamente esistevano ancor prima dell’inizio dell’era cristiana messi oggi a contatto con la regola della competizione spietata perdono ogni senso e la cristianità sembra arretrare a favore di altri privi di scrupoli che tendono a dominare il mondo… il valore sociale irrinunciabile ed insostituibile di quei valori non disgiunti dalla loro maggiore ed insuperabile capacità di dare efficienza all’economia vengono annichiliti dalla perversità del turbo liberismo e turbo finanzia che stiamo sperimentando.

 Chi ci difenderà da simili orchestrazioni? Non è che abbiamo sbagliato a chiudere i conventi?