Nasciamo schiavi e vogliamo rimanere schiavi
Come faccio a comunicare ai miei nipoti, in procinto di nascere, che sono già indebitati di oltre settantamila euro? Come giustifico questo passivo senza averli avvisati prima del loro concepimento? Quando ci hanno imposto il così detto vaccino a RNA messaggero, se non ricordo male, il nostro Paese aveva dato l’incarico ad un istituto di ricerca, di produrre un vaccino italiano tradizionale, stanziando anche una somma iniziale pari a circa duecento milioni di euro.
Da sempre produciamo vaccini e non siamo secondi a nessuno nella conoscenza della biotecnologia medica. Stranamente però, non accadde nulla e l’investimento e la produzione caddero nel dimenticatoio, così come i banchi monoposto e gli ordini impartiti sulla somministrazione dei vaccini ad una ministra della sanità italiana, corsa negli USA per omaggiare un presidente. Da allora ai nostri bambini vengono somministrati dieci vaccini obbligatori. I banchi monoposto comprati con i soldi dei contribuenti, chissà dove sono andati a finire. Le inchieste, come quelle sulla gestione della Pandemia e sul Piano pandemico non aggiornato e non utilizzato, sono nate morte.
Verrebbe voglia di dire che la “Sindrome di Stoccolma” l’abbiamo scoperta noi, iniziatori di una serie di atti di sottomissione e di accondiscendenza che non ha uguali in tutto l’universo conosciuto! Aristotele diceva che l’uomo nasce schiavo, Platone aveva a lui concesso la libertà di casta, portandolo fuori dalla caverna, ma siamo tuttora rimasti fermi al servo obbediente agli ordini del padrone, che sono finalizzati al solo interesse di parte, dei suoi familiari e non certo a quelli dello schiavo! Fa riflettere, ma fa anche rabbia, il dover eseguire ordini che vengono imposti al nostro Paese, da altri, che ritengono ancora di dover esercitare nei nostri confronti diritti conseguiti in seguito ad una vittoria vecchia di quasi un secolo.
Se avessimo sposato da vincitori della prima guerra mondiale, questi parametri comportamentali, saremmo ancora padroni di buona parte della Europa! Peccato che le guerre le facciamo nel nostro territorio a differenza di altri che sporcano sempre “fuori di casa” e non perdono mai nulla! Quindi, per seguire la traccia, mentre in questi giorni in territorio Russo si ipotizza un colpo di Stato, i referenti delle decisioni mondiali, convocano i capi di Stato europei, tutti tranne quello Italiano, raggiunto telefonicamente da un subalterno canadese, per organizzare una riunione conoscitiva e prendere decisioni, apparentemente corali, ma come sempre fatte di materiale monocorde. Lecito quindi coltivare un timore che sovrasta tutti gli altri: chi ci avviserà se decideranno di entrare in guerra?
Ugo Lombardi