Il galoppo della morte

Un cavallo è stato trovato morto all’alba del 6 luglio scorso in via Catania a Messina. L’animale giaceva in mezzo alla strada in un lago di sangue, una scena orribile, che ha fatto il giro del web e che ha indignato l’intera popolazione. 

Le indagini si svolgono anche con la visione delle immagini delle telecamere presenti nella zona. Secondo quanto emerso, i video mostrerebbero il cavallo sbattere con violenza contro un cartellone pubblicitario, per poi cadere all’indietro e morire dissanguato. Tali fatti smentiscono le prime ricostruzioni secondo le quali l’animale avrebbe sbattuto contro un muro.

Non è la prima volta che accadono fatti simili a Messina: nell’aprile del 2011 un cavallo morì a seguito delle ferite riportate in uno scontro con auto parcheggiate dopo una corsa disperata.

Saranno le indagini a stabilire le cause e le responsabilità di questo nuovo caso, ma il sospetto che il cavallo sia stato utilizzato in una corsa clandestina o in attività di allenamento funzionale alle gare illegali è molto forte, viste le modalità del fatto e il contesto in cui si è verificato.

A Messina, infatti, le corse clandestine di cavalli rappresentano una costante e diffusa illegalità che non sfugge al controllo della criminalità organizzata, come indagini e fatti di cronaca dimostrano. 

Sulla vicenda è intervenuta anche la senatrice Dafne Musolino: “Chi ama gli animali non li sfrutta, non li droga per farli andare più veloci e di certo non li fa correre sull’asfalto consumando i loro zoccoli e causando tendiniti e lesioni articolari. Sono sicura che del caso si occuperanno le Forze dell’ordine individuando il responsabile, perché è chiaro che nessun animale si scaglia contro un muro a meno che non stia provando una forte sofferenza o si trovi in uno stato di coercizione. E della vicenda intendo occuparmene anche nella mia veste di parlamentare con una iniziativa specifica. Basta corse di cavalli per strada!”.

Nonostante la sua gravità e la sua pericolosità, l’attività criminale delle corse illegali di cavalli, tra le più aggressive della zoomafia, non suscita particolare interesse nel legislatore.

Sono anni che la LAV chiede l’inasprimento delle pene e necessarie modifiche normative, come l’approvazione di una sanzione penale, sotto forma di delitto, per chi partecipa a qualsiasi titolo, anche in qualità di spettatore, alle corse clandestine; il divieto di circolazione di veicoli a trazione animale e quello di possedere cavalli, scuderie o attività inerenti all’ippica per i pregiudicati per reati a danno di animali, scommesse clandestine, gioco d’azzardo, associazione per delinquere e reati di mafia. Purtroppo, finora queste richieste restano lettera morta, ad esclusivo vantaggio delle bande criminali delle corse clandestine.

 

Ciro Troiano