Aria fresca a Foggia
Finalmente aria fresca contro Favugne, Favonio, vento caldo e asciutto che asfissia il Foggiano. Ieri mattina è stata portata a termine una vasta operazione antimafia nella provincia. I carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 82 persone, accusate a vario titolo, vertici, affiliati e sodali della “Società Foggiana”, come viene chiamata la criminalità organizzata mafiosa a Foggia. Molti dei destinatari delle ordinanze sono già detenuti. Tra i reati contestati, il traffico di stupefacenti.
Nel corso dell’operazione, i carabinieri hanno sequestrato armi e droga. L’ordinanza è stata emessa dal Gip del Tribunale di Bari su richiesta della Dda con il coordinamento della Procura Nazionale Antimafia.
I clan della “Società” monopolizzavano il traffico di cocaina a Foggia. Secondo quanto emerso, l’organizzazione criminale avrebbe pianificato minuziosamente il traffico di cocaina. Numerose le riunioni fatte nelle quali sarebbero state stabilite rigide regole. Gli appartenenti al sodalizio avrebbero imposto il monopolio della vendita di cocaina in città mediante la forza intimidatrice dei soggetti al vertice dell’organizzazione, direttamente investiti dagli storici capiclan. I profitti sarebbero quantificabili in circa 200mila euro al mese tramite la vendita di 50mila dosi di cocaina.
Vedremo come andrà a finire in sede giudiziaria. Certo è che i clan foggiani hanno subito un attacco durissimo.
La mafia foggiana, semisconosciuta e per tanto tempo sottovalutata, è considerata la “quarta mafia” dopo Cosa nostra, la Camorra e la ‘ndrangheta.
Utilissimo per comprendere il fenomeno mafioso a Foggia è il lavoro di Antonio Colasanto, giovane giurista foggiano, che ha ricostruito in un volume “storie di mafia foggiana”. Favugne, si chiama il libro edito da IBC Edizioni, proprio come il vento asfissiante che soffia sulle case, “nei vicoli del centro dove luce non entra, e contro sta cappa niente possiamo se finta di niente sempre facciamo”.
“È un messaggio forte e chiaro quello che Colasanto rivolge ai suoi concittadini. Lo fa mettendo in fila i ricordi e i fatti. Un parallelo tra vita quotidiana ed episodi malavitosi. Criminalità e intrecci politici. I nomi delle vittime e dei carnefici con i soprannomi che identificano famiglie, potere, quartieri, strade piazze e spazi dove passano il tempo le persone che scandiscono ricordi e morti ammazzati, vittime innocenti, regolamento di conti”. Così sintetizza il lavoro Giovanni Mancinone nella prefazione al volume.
Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, ha scritto: “La mafia foggiana è un problema da affrontare con forza, rigorosità analitica e autorevolezza, e questo libro lo fa. La lotta alla delinquenza organizzata che assedia e violenta i nostri territori è la questione fondamentale da dirimere per costruire e condividere un’idea di futuro. Non ci si può chiamare fuori girandosi dall’altra parte nel patetico e corresponsabile tentativo di non essere coinvolti. Diritti, legalità e giustizia si difendono con coraggio civile e con un’informazione corretta e indipendente. Ed è quello che non esita a fare in queste pagine Antonio Colasanto, scrittore e foggiano onesto”.
Aria nuova, aria fresca, contro ogni calura soffocante e mortifera.
Ciro Troiano