Elezioni spagnole in salsa catalana
Le elezioni spagnole sono particolarmente interessanti anche per noi italiani. La destra ha vinto ma non ha vinto la destra più a destra e quindi il nuovo governo non si fa? Non vi sono i numeri in una delle due Camere.
L’ago della bilancia potrebbe farlo il partito catalano. Sul piano dei numeri. Ma su quello dei contenuti politici un partito autonomista è di destra o di sinistra? È per lui più facile lavorare assieme a quelli di destra o di sinistra? Molte destre sono nazionaliste e cioè unitive della nazione. È un concetto molto antico precisamente ottocentesco quando la dimensione nazionale era ritenuta il futuro dei popoli perché si superavano le reminiscenze feudali ancora in vita e le piccole patrie dei Granducati, principati e micro repubbliche; superamento che serviva ad edificare una dimensione grande e quindi protesa a divenire ancora più grande. La cosa è miseramente naufragata nelle due guerre mondiali che hanno dimostrato oltre ogni possibile dubbio che non conviene mai dare a poche persone così tanto potere. Cionondimeno alcune destre ancora insistono con questa storia delle nazioni spesso fintamente uniche ma che invece nascondono diversità profonde -anche economiche- che non sono state risolte neanche con l’interventismo dei centralismi fascisti o, ancor mano, comunisti. Questo significa che le destre dovrebbero ripensarsi profondamente.
Ancor peggio va detto delle sinistre che potrebbero trovare convenienza a confluire con gli autonomisti in una bella alleanza per fare dispetto alle destre e provare a governare pur non essendo stati votati a sufficienza (e questo è un giochetto in cui sono insuperabili). In Spagna questo giochetto non dovrebbe riuscire per più ragioni ma la visione autonomista pur essendo confliggente con quella nazionalista non è per caso un modo per sostenere un centralismo, anche se “piccolo”? uno stato regionale e non nazionale non è identitario allo stesso modo? Gli autonomisti che sono certamente dei sovranisti si sentono simili o più simili ai sovranisti nazionalisti o ai mondialisti di sinistra?
La questione si pone urgentemente anche in Italia che ha una Lega che nasce secessionista (e quindi sovranista) e per questo si sente vicina alla destra e con essa si allea tranne alcune sbandate che non sono andate bene; inoltre v’è un Sud che ormai unanimemente è diverso in tutto dal Nord e specie nella economia; economia che è un’altra rispetto al Nord anche se gli apparati amministrativi e Istituzionali sono unitari. Inoltre ancora, esistono zone che oltre allo statuto speciale, la lingua un po’ diversa e modelli socio economici differenti reclamano il riconoscimento di una propria specificità anche istituzionale. La domanda che si pone è: tutti questi indipendentismi sono più vicini alla destra che è nazionalista o alla sinistra che è internazionalista e quindi demolitiva di ogni identità (anche economica), cultura e storia nazionalista e regionalista che sia? Qualcuno può chiedersi che senso hanno queste idealità autonomiste nella Europa Unita? Se è vero che si va verso una nazione europea che senso ha ricordarsi di tradizioni locali?
Un bel pasticcio che è ben descritto dalla inintelligibilità degli esiti elettorali.
A questi ultimi possiamo dire che dopo i tanti passi falsi della UE e della BCE che hanno fatto imbestialire moltissimi europei, è di assoluta evidenza che hanno ragione gli autonomisti praticamente sotto ogni aspetto della vita economica e politica, ma la proposta alternativa a quella delle sinistre così ben congegnata quale è? L’innamoramento delle popolazioni verso la propria Terra e la propria Storia certamente è un punto di partenza fortissimo, ma non basta. Né quell’innamoramento basta per facilitare la convivenza con le destre le quali già sono orfane di un proprio progetto alternativo alle sinistre, figuriamoci se in queste condizioni estremamente carenti le destre possono immaginare un modello di convivenza con gli autonomisti.
In sintesi: se non ci si costruisce una propria idealità politica con una propria proposta nessun partito riesce a svolgere alcun ruolo; idealità che sia alternativa alle idee ormai fallite delle sinistre di ieri: sinistre che a loro volta sanno perfettamente della loro insufficienza sotto ogni aspetto (e specialmente nel settore dei lavoratori dipendenti) e quindi sono anch’esse in cerca di nuova idealità.
Peggio di così.
Canio Trione