La memoria ritrovata. A Cosentini (SA), Associazione Euphòria riscopre il Carnevale di una volta…
“Riscoprire il Carnevale della tradizione, quello dei nostri nonni”. Questo era l’intento dell’Associazione Euphòria quando, in occasione del Martedì Grasso, il 21 febbraio scorso, aveva ripopolato di tante maschere il borgo di Cosentini, piccola frazione collinare del Comune di Montecorice, in provincia di Salerno. Certo, le maschere… quelle che per anni avevano popolato le case e le piazze dei paesi del Cilento nel periodo di Carnevale. Maschere semplici, personaggi che ben ricordano gli anziani che le hanno indossate o viste indossare ai loro padri.
Una nuova pagina di questo progetto è stata scritta giovedì 17 agosto, con una serata tutta dedicata al Carnevale. Il titolo, che riprende quello del progetto: “Carneluvaro mio – Cosentini e il Carnevale di una volta“.
Una serata all’insegna della cultura e del divertimento.
Una scommessa vinta quella di Associazione Euphòria che ha deciso di organizzare una manifestazione legata al Carnevale nel mese di agosto. Alla presenza del Sindaco e di un nutrito pubblico, interessato e attentissimo, la piazza del borgo si è popolata di maschere, suoni e voci del Carnevale di una volta. Le Spose, il Cardalana, la Morte, il Vescovo (qui chiamato Confessastelle) e tanti altri hanno fatto il loro ingresso al suono dei tamburelli, interagendo col pubblico e “disturbando” la serata con i loro interventi a sorpresa.
Ospiti della serata Osvaldo Marrocco, tra gli organizzatori del Carnevale del vicino borgo di San Mauro Cilento, e Pasquale Martucci, sociologo con alle spalle anni di ricerca e studi sulle tradizioni e l’identità cilentana. “Noi non dobbiamo pensare che il Carnevale appartenga alla nostra nostalgia: il Carnevale è la nostra storia” ha ricordato Marrocco, raccontando analogie e differenze col Carnevale sammaurese. L’intervento di Martucci ha invece posto l’attenzione sul Carnevale come specchio della società e della vita vissuta. “Le maschere si muovono nel contesto di una vita popolare che ha inizio già nel Quattrocento e si protrae fino agli ultimi decenni del Novecento”, spiega Martucci. “Una cultura popolare che caratterizzava tanto il nobile quanto il contadino, tanto il colto quanto l’ignorante”.
“Sono questi gli eventi che vorrei mettere in un cartellone di eventi del Comune – ha detto il Sindaco, Flavio Meola. “Un cartellone che sia identitario, della nostra identità. Eventi come questo, legati alle nostre tradizioni possono richiamare e sicuramente richiameranno visitatori”. Presente ed entusiasta dell’iniziativa anche Valeria Ciarambino, vicepresidente del Consiglio regionale della Campania, che nel suo saluto ha espresso grande attenzione per manifestazioni come questa, e apprezzamento per “il lavoro che Associazione Euphòria sta facendo, di consapevolezza e salvaguardia dell’identità di questo territorio”.
Momento di emozione con l’intervista ad alcuni degli anziani che hanno contribuito con i loro racconti alla ricostruzione della manifestazione tradizionale. “Non abbiamo documenti scritti per una storia del Carnevale locale”, spiega Nunzia Di Rienzo, moderatrice della tavola rotonda e tra gli organizzatori della serata. “Le nostre uniche fonti sono gli anziani che hanno vissuto la festa nella loro gioventù. Il loro contributo è alla base stessa del progetto e desideravamo che i partecipanti sentissero dalla loro viva voce i loro racconti”.
“Loro sono le nostre fonti – le fa eco il presidente di Associazione Euphòria, Filomena Chiariello – e sono fondamentali, perché senza di loro niente del lavoro fatto in questi mesi sarebbe stato possibile”.
A chiudere in bellezza la serata la riproposizione della Ballata di Zeza, uno dei momenti centrali del Carnevale. Una divertente rappresentazione di un matrimonio ostacolato, i cui protagonisti sono Pulcinella e sua moglie Zeza, la loro figlia Vicenzella e il di lei spasimante Don Nicola. In virtù dell’idea di Carnevale come capovolgimento dell’ordine delle cose, i personaggi femminili, Zeza e Vicenzella, sono interpretati da attori uomini, mentre sono donne a celarsi dietro la maschera dei personaggi maschili.
L’Associazione Euphòria e “Carneluvaro mio” danno l’appuntamento al prossimo febbraio con la ripresa della tradizionale mascherata.
Ciro Troiano