I giri di valzer delle italiche “pulzelle”
Chi cerca di cogliere parallelismi e similitudini tra la politica odierna di Giorgia Meloni e quella del suo (un tempo?) adorato Benito Mussolini riceve smentite quotidiane.
La “pulzella della Garbatella” è approdata immediatamente alla Repubblica Sociale di Salò (sperando, ovviamente, che non siano i pasoliniani suoi “ultimi giorni”) senza passare attraverso la sconfitta bellica subita dal Duce da parte degli Anglo-americani.
Lei, furbescamente (?), ha accettato la “resa senza condizioni” espressa dalle clausole e dai divieti contenuti nel Trattato di Pace, definito “vergognoso” da Vittorio Emanuele Orlando (ma lei è troppo giovane per ricordarsene) senza “colpo ferire”.
Anzi. su comando degli ex avversari del suo “Duce”, l’ascia di guerra che ha subito impugnato da brava “pulzella”, l’ha rivolta contro Putin non per difendere il mare nostrumma il “sacro suol dell’Ucraina”.
Naturalmente, la Presidente italiana ha spiazzato l’intera sinistra (ufficiale, pd, e ufficiosa. m5s) e lo spettro dell’ex centro, con le sue giravolte politiche.
Sul piano interno, con l’intervento del governo diretto ad aprire un confronto costruttivo sul problema dei bassi salari, del lavoro povero, del salario minimo e con altre misure (come il taglio del cuneo fiscale) a favore dei ceti medio-bassi, ha tagliato l’erba sotto i piedi della Schlein.
Sul piano internazionale, i salamelecchi ripetuti, mano nella mano, verso Joe Biden hanno fatto molto di più delle peregrinazioni alle logge massoniche statunitensi di importanti personaggi di quel Comunismo italiano che aveva già dato prova di “obbedienza cieca, pronta e assoluta” nei confronti di Stalin. Anche sotto questo profilo, quindi, la Sinistra è stata messa knock out.
C’è chi ritiene che ora, paradossalmente, proseguendo nei suoi giri di valzer, la pulzella Elly deve sperare in una vittoria di Donald Trump, un tempo suo acerrimo nemico, per troncare l’idillio Meloni-Biden.
Se questo è il panorama della politica italiana, la “prevedibilità” delle “mosse” dei nostri leader diventa un gioco da ragazzi.
E come per tutti i divertimenti attuali dei nostri adolescenti, passati dalle innocue e innocenti “battaglie navali” sui fogli bianchi dei quaderni a quadretti agli stermini molto movimentati e rumorosi delle play station, c’è poco da sperare in un lieto fine.
Luigi Mazzella